“Abbiamo delle ragioni per essere moderatamente ottimisti di arrivare in tempi non lunghi alla soluzione del caso, ma in questo momento, vi prego, lasciateci lavorare in pace”. Maria Cristina Rota, procuratrice facente funzione a Bergamo, nutre la speranza di catturare il killer di Sharon Verzeni, uccisa la notte tra il 29 e il 30 luglio a Terno d’Isola a coltellate intorno all’una di notte mentre passeggiava per il paese. Ma soprattutto si dice abbastanza convinta di riuscire a farlo a breve.

La magistrata, palando con il Corriere della Sera e L’Eco di Bergamo, spiega che “ci stiamo muovendo su tutti i fronti”, segno che gli inquirenti non hanno ancora un’unica pista. “Il compagno – afferma – è stato sentito come persona informata sui fatti e tale è oggi. Le numerose convocazioni sono state dettate dalla necessità di partecipare ad attività che richiedevano una accesso alla sua abitazione. Allo stato non ci sono elementi che possano far cambiare la sua situazione”. Poi lancia un messaggio ai residenti di Terno d’Isola: “La popolazione non deve allarmarsi al punto di modificare il proprio stile di vita. Il territorio è sufficientemente controllato dalla forze di polizia”.

Al momento gli inquirenti stanno concentrando i loro sforzi sulla ricerca dell’arma del delitto, un coltello. Nei giorni scorsi, durante i controlli dei carabinieri, per strada c’erano “schiere di curiosi, cameramen e giornalisti”, dichiara infine la procuratrice. Questa calca non consentiva agli specialisti in campo “di lavorare in serenità”. E conclude: “Abbiamo bisogno di poter operare in pace”.

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