di Riccardo Bellardini

Nella puntata di In onda, su La 7, del 29 agosto, mi ha lasciato interdetto un’uscita a mio avviso temeraria di una delle migliori giornaliste del panorama italiano: Giovanna Botteri.

Rula Jebreal, in collegamento video, aveva cercato di fare un riassunto di quanto abbiamo visto accadere e di quanto ancora sta accadendo in Medioriente, con Israele che ha aperto un nuovo pericoloso fronte in Cisgiordania, inaugurando l’avvio della nuova operazione militare, tanto per cambiare, con una strage di civili palestinesi; nel ribattere Botteri ha sentenziato lapidaria: “Non va dimenticato il diritto d’Israele ad esistere”. Ho subito pensato, che ci volesse proprio coraggio a dire una cosa del genere. Ma tanto coraggio.

Davvero, adesso, in questo momento storico, di fronte all’orrore a cui assistiamo impotenti, è a rischio l’esistenza di Israele? Con il supporto degli Stati Uniti? Con il supporto del blocco occidentale? Con il grosso dell’informazione mondiale piegata ad un’orrida ambiguità che sottilmente diviene accondiscendenza? Ma davvero lei, signora Botteri, pensa ciò? Lei quindi crede alla versione ufficiale della “lotta al terrorismo”? Altrimenti come si spiegherebbero decine di migliaia di bambini ammazzati, decine di migliaia di altri bambini mutilati? Per sbaglio son stati colpiti? Lei crede quindi alla versione riproposta più e più volte, del “tragico incidente”? E i convogli umanitari deliberatamente presi di mira? Lei come se li spiega?

Le consiglio vivamente di leggere l’intervista al chirurgo ebreo americano Mark Perlmutter, che ha prestato servizio a Gaza, la può trovare sul sito del Fatto. In questo contributo viene riportata in maniera agghiacciante una realtà di fronte alla quale ancora in troppi vorrebbero far finta di non vedere: cecchini israeliani che addestrati colpiscono i bambini palestinesi per ucciderli, nessuno sbaglio, nessun incidente, colpiscono con chirurgica precisione. Tutto ciò, signora Botteri, ha qualche nesso col diritto d’Israele ad esistere?

Le consiglio anche “Eye on Palestine”, una pagina Instagram preziosa, in tempi in cui pullulano dubbi sui social network e sui loro effetti perversi, esistono ancora spazi come questo, che fanno luce sulle evidenze negate dai canali ufficiali.

Signora Botteri, Israele ha diritto ad esistere, ma anche la Palestina, soprattutto la Palestina lo ha, oggi più che mai. E per quest’ultima tale diritto, oggi nel nostro mondo, a livello istituzionale e mediatico, non ha alcuna cittadinanza. Affermare oggi, di fronte ad un massacro di gravità inaudita come quello che sta avendo luogo nella Striscia di Gaza e che ora potrebbe propagarsi con la stessa veemenza in Cisgiordania, di fronte alle dichiarazioni sempre più allarmanti dei principali esponenti del governo estremista di Netanyahu, che l’esistenza di Israele sarebbe a rischio significa – io credo – distorcere la realtà.

Il rischio vero, semmai, è quello di alimentare inconsapevolmente delle teorie in qualche modo “giustificazioniste”, sul massacro in atto. Di fronte a quanto accade, è fondamentale tenere gli occhi bene aperti, soprattutto i giornalisti, che riportano le vicende dei nostri tempi con sguardo attento, devono essere pronti a non tergiversare di fronte alla palese ed evidente ingiustizia, ma a condannare, senza se e senza ma.

Ed invece si tergiversa. Avanti così, la Palestina intanto, inesorabilmente svanisce, con la sua precaria esistenza che va spegnendosi, giorno dopo giorno…

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