di Jakub Stanislaw dott. Golebiewski*

Le famiglie a basso reddito in Italia stanno già affrontando un periodo di profonda preoccupazione e incertezza a causa dell’aumento dell’inflazione, preoccupazione che in questi giorni è aumentata a causa delle possibili modifiche all’assegno unico per i figli. Questo sostegno economico è essenziale per la loro sopravvivenza, poiché molti genitori, separati e no, dipendono da esso per coprire le necessità quotidiane, come cibo, bollette e spese scolastiche.

La prospettiva di una rivalutazione dell’assegno unico, in particolare con l’eventuale eliminazione della clausola di salvaguardia che attualmente protegge le famiglie con un Isee fino a 25mila euro, suscita un forte senso di vulnerabilità.

Senza questa protezione, molte famiglie potrebbero vedere una significativa riduzione del sostegno finanziario, con conseguenze devastanti sulla loro capacità di far fronte alle spese quotidiane. Anche una lieve diminuzione dell’assegno potrebbe costringere queste famiglie a scelte difficili, come dover decidere tra l’acquisto di beni di prima necessità e il pagamento delle bollette, aggravando ulteriormente uno stato di precarietà economica già critico.

La preoccupazione non si limita alla riduzione dell’importo, ma include anche la percezione che le modifiche proposte possano favorire le famiglie con redditi medi, riducendo così i vantaggi per quelle con redditi molto bassi. Questo spostamento potrebbe aumentare ulteriormente le disuguaglianze socio-economiche, accentuando il divario esistente e lasciando le famiglie più vulnerabili in una situazione ancora più difficile.

Le continue modifiche alle politiche di welfare di generano un clima di incertezza che rende impossibile per queste famiglie pianificare il proprio futuro. La possibilità di variazioni improvvise nell’assegno unico ostacola la gestione del bilancio familiare, creando instabilità, soprattutto per chi non ha riserve economiche o altre forme di sostegno su cui contare in caso di emergenza. Inoltre, le ripercussioni di un’eventuale riduzione dell’assegno potrebbero estendersi anche ai figli di queste famiglie, limitando l’accesso a servizi essenziali come l’educazione e la salute, e mettendo in pericolo il loro sviluppo e benessere futuro.

Per far fronte a questa incertezza, molte famiglie stanno cercando di adottare strategie preventive, anche se con risorse limitate. Informarsi sulle possibili modifiche legislative, rivedere il budget familiare e, se possibile, creare piccoli fondi di emergenza sono azioni ormai necessarie. Alcune famiglie si rivolgono già ai servizi sociali locali o alle comunità di sostegno nella speranza di trovare soluzioni pratiche, ma queste misure sono spesso solo palliativi temporanei.

La paura e l’incertezza che circondano le possibili modifiche all’assegno unico riflettono un’angoscia più profonda: la preoccupazione per la stabilità economica e il futuro dei propri figli. In un contesto in cui il reddito di cittadinanza offriva una rete di sicurezza più ampia, l’assegno unico diventa il pilastro fondamentale per garantire che i bambini, i più vulnerabili tra noi, abbiano accesso alle risorse essenziali per crescere in modo sano e sicuro. Ridurre questo sostegno significherebbe non solo aggravare le disuguaglianze già esistenti, ma anche negare a molti bambini la possibilità di un futuro sereno.

Cara premier Meloni, continuare a investire nei bambini attraverso l’assegno unico non è solo una scelta di giustizia sociale, ma un atto di amore e responsabilità verso il nostro futuro, perché ogni bambino merita di crescere con la certezza di un domani pieno di opportunità e senza l’ombra della paura per il futuro.

* Presidente Associazione Padri in Movimento

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