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Ucraina, Borrell: “Apriremo un centro di difesa Ue a Kiev. E addestreremo altri 15mila soldati”. Crosetto: “Noi continueremo a farlo in Italia”

Josep Borrell ha raggiunto l’obiettivo. “Oggi discuteremo la possibilità di aprire una cellula a Kiev per aumentare il nostro coordinamento con le forze armate ucraine”, aveva detto in mattinata l’Alto rappresentante della politica estera Ue aprendo il Consiglio informale dei ministri della Difesa a Bruxelles. Nel pomeriggio, nella conferenza stampa al termine del vertice, ha annunciato: “Dobbiamo integrare la difesa ucraina nella nostra base industriale, c’è molto da imparare dalla capacità degli ucraini di aumentare la loro innovazione nel campo della difesa, ed è per questo che abbiamo deciso di aprire un ufficio per l’innovazione della difesa dell’Unione europea a Kiev, insieme alla Commissione. Sarà aperto a breve, forse a settembre”.

Un discorso, quello di Borrell, che va nella stessa direzione delle parole pronunciate questa mattina da Ursula von der Leyen al Globsec in corso a Praga: “Proteggere l’Europa è prima di tutto un dovere dell’Europa – ha detto la presidente della Commissione europea -. E mentre la Nato deve rimanere il centro della nostra difesa collettiva, abbiamo bisogno di un pilastro europeo molto più forte. Noi europei dobbiamo avere i mezzi per difenderci e proteggerci e scoraggiare eventuali avversari”.

Aumenta anche l’impegno degli Stati europei nell’addestramento delle forze di Kiev. “La missione di addestramento Eumam è la missione di maggior successo che l’Unione Europea abbia mai eseguito – ha detto Borrell -. Ha addestrato 60mila soldati e oggi i ministri hanno concordato di aumentare l’obiettivo a 75mila, aggiungendone altri 15mila entro la fine dell’anno. Questa è una buona notizia. Facciamo di più. L’Ucraina sta chiedendo che questa guerra richieda un adattamento costante alle modalità della guerra”. A questo scopo il programma deve essere adattato e accorciato, ha aggiunto l’Alto rappresentante, e per questo nascerà la cellula di coordinamento dell’Ue a Kiev.

L’Italia ha già posto il primo distinguo. “Noi facciamo l’addestramento degli ucraini sul territorio italiano – ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto – perché siamo in grado di farlo meglio da noi che in Ucraina, sia dal punto di vista della sicurezza che del risultato. È chiaro che addestrare all’uso del Samp-T (sistema missilistico fornito da Roma a Kiev, ndr) è meglio farlo in Italia, dove siamo più sereni”.

Identica la posizione della Spagna. “Noi chiuderemo l’anno con 6mila combattenti ucraini addestrati sul nostro territorio e siamo disposti ad aumentare il livello di collaborazione per tutto quanto sia necessario”, ha detto la ministra di Difesa, Margarita Robles. escludendo però che Madrid invii suoi militari in territorio ucraino per addestrare truppe ucraine: “Aumenteremo la nostra partecipazione, crediamo fortemente nella missione e sta avendo risultati molto positivi, ma la Spagna continuerà a farla in Spagna. Non invierà formatori in Ucraina”.

Borrell ha parlato anche della missione Aspides: “Va a gonfie vele ma abbiamo bisogno di più navi, più forze e ho chiesto agli Stati membri di aumentare le capacità. La missione finora ha protetto 214 vascelli ma le navi che attraversano lo stretto di Suez diminuiscono: Aspides certamente contribuisce alla sicurezza della navigazione ma serve far di più”, ha aggiunto.