Tornando al presente, c’è una McLaren che è tornata a lottare per entrambi i Mondiali, dopo un digiuno che tra i Piloti dura dal 2008 e nei Costruttori dal 1998.
Finalmente, l’ho aspettato per molto tempo. Per la classifica Piloti vedo difficile la rimonta di Norris su Verstappen (il britannico è sotto di 70 punti, 295-225, a nove GP dalla fine, ndr), ma tra i Costruttori la battaglia è più aperta che mai. E poi Piastri e Lando per me rappresentano il duo con più talento dell’intera griglia. La McLaren è indubbiamente l’auto più completa al momento, e la faccia seria di Verstappen durante ogni weekend è tutto un programma.

Chi tra Norris e Piastri le ricorda di più il suo stile?
Direi che entrambi sono differenti dal mio. Piastri è un vero robot, un pilota che riesce bene a isolare le sue emozioni, con uno stile molto semplice e naturale. Ha 23 anni e tante stagioni davanti a lui per crescere, poi è gestito da Mark Webber, uno che nel Circus c’è stato per molti anni.

E Norris?
Un talento puro, però è più emotivo e aggressivo. E deve migliorare le partenze in gara, altrimenti rischia di comprometterle. Questione mentale e di tempo, tutto è risolvibile. Di una cosa però sono certo.

Cosa?
Per me nel 2025 sia Norris sia Piastri lotteranno per il Mondiale, perché sono convinto che la McLaren resterà la macchina migliore. Intanto spero che a novembre a Interlagos (il giorno 3 la gara) la McLaren possa essere davanti in classifica Costruttori sulla Red Bull.

Norris e Verstappen sono molto amici fuori dalla pista, ma nei weekend di gara è comparsa qualche frizione, come sabato scorso dopo le qualifiche di Zandvoort. Si può essere legati anche quando si compete per un campionato?
Per me l’amicizia fuori dalla pista esiste. Il fatto è che quando si è piloti e si gareggia, non si riconosce più nessuno. Mezz’ora prima di questa intervista è venuto da me Jackie Stewart (tre volte iridato in F1 con Matra e Tyrell, ndr) e ci siamo salutati: è sempre stato il mio idolo, ma quando abbassavo la visiera non riconoscevo più nessuno. Fa parte dell’indole di un pilota.

In McLaren il team principal Andrea Stella ha il merito di aver fatto crescere la scuderia, rendendola la più forte della griglia.
Ha fatto crescere il team in un anno e mezzo, dato che ogni aggiornamento è sempre stato azzeccato. Il merito di Andrea è quello di aver portato leadership e aver avuto la capacità di motivare gli uomini all’interno del team. Andreas Seidl (ex team principal, ndr) aveva forse più visione tecnica di lui, ma non lo stesso carisma. E poi il merito è anche di Zak Brown, più un pilota in pista che un Ceo. A Indianapolis lo chiamano proprio così: “racer”. Io ho avuto modo di conoscerlo e posso dire che porta una carica incredibile.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Kimi Antonelli in Mercedes dal 2025: un pilota italiano torna in Formula 1. “Mi sento pronto”: le prime parole del talento 18enne

next
Articolo Successivo

MotoGp Aragon, Marc Marquez spadroneggia nella Sprint. Martin secondo, Bagnaia pasticcia | L’ordine d’arrivo e la nuova classifica

next