Calcio

I conti al calciomercato: la Serie A è la più spendacciona dopo la Premier. Quanto hanno speso le 5 top leghe (e i 3 esempi virtuosi)

I trasferimenti di Raheem Sterling in prestito dal Chelsea all’Arsenal e quello di Jadon Sancho dal Manchester United al Chelsea sono avvenuti oltre la mezzanotte di venerdì – la Premier ha concesso un’autorizzazione speciale – e sono gli ultimi colpi del mercato delle cinque top leghe. Il sipario è finalmente calato, anche se in Arabia […]

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I trasferimenti di Raheem Sterling in prestito dal Chelsea all’Arsenal e quello di Jadon Sancho dal Manchester United al Chelsea sono avvenuti oltre la mezzanotte di venerdì – la Premier ha concesso un’autorizzazione speciale – e sono gli ultimi colpi del mercato delle cinque top leghe. Il sipario è finalmente calato, anche se in Arabia Saudita si può lavorare fino al 2 settembre e c’è ora la corsa agli svincolati per chi abbia qualche lacuna da colmare: in Italia è il caso di Roma – serve un difensore centrale, ballano i nomi di Hermoso e Hummels – e Milan, sulle tracce di Rabiot. C’è poi la questione-Osimhen, paradossale: il centravanti nigeriano, prigioniero di una clausola di rescissione da 130 milioni di euro, ma anche degli errori del suo entourage e del Napoli, per ora è fuori rosa. Resta aperta l’opzione-Arabia per lui, altrimenti sarà davvero caos.

PREMIER LEAGUE
Il campionato più spendaccione ancora una volta è stato quello inglese. In sintesi: acquisti per 2,36 miliardi euro, cessioni per 1,59 miliardi, disavanzo di 768,20 milioni. E’ andata decisamente meglio rispetto al 2023 (-1.349,19 miliardi) e al 2022 (-2.121,95 miliardi) perché lo spauracchio del fair play finanziario interno comincia a funzionare, ma il saldo negativo resta consistente. Otto club (Tottenham, Aston Villa, Brighton, Nottingham Forest, Bournemouth, Brentford, Fulham e Ipswich) hanno superato i precedenti record di mercato: a parte gli Spurs e la squadra di Emery, si tratta di seconda e terza fascia, un elemento che dovrebbe far riflettere. Il giocatore più costoso è stato Solanke: il Tottenham lo ha prelevato dal Bournemouth pagando 64,3 milioni di euro. Tra le big, solita campagna trasferimenti pirotecnica del Chelsea (23 acquisti, 27 cessioni, disavanzo di 86 milioni), ma il più generoso delle grandi è stato il Manchester United: 12 giocatori in entrata (compreso il colpo last minute, il centrocampista uruguayano Manuel Ugarte), 13 in uscita, saldo negativo di 111,5 milioni. Il club più spendaccione in assoluto è stato però il Brighton: -182,9 milioni, con 20 entrate e 21 uscite, ultimo Gilmour approdato a Napoli. La sorpresa in senso positivo è il Manchester City, con un saldo in attivo di 116 milioni. Alla fine, i campioni d’Inghilterra hanno deciso di non rimpiazzare Alvarez, ceduto all’Atletico Madrid, ma la strada virtuosa intrapresa quest’estate non condizionerà sicuramente il processo nel quale il club dovrà rispondere di 115 presunte violazioni del fair play finanziario: le udienze inizieranno a settembre. L’Arsenal, che ha ceduto nelle ultime ore di mercato l’attaccante Nketiah al Crystal Palace, se l’è cavata con un “rosso” da 26 milioni. Il Liverpool di Arne Slot vanta addirittura un +5 milioni. Il Tottenham ha un negativo di 93,55 in cui pesa, come si è visto, l’acquisto di Solanke. L’Aston Villa, iscritto alla Champions, ha registrato un -31,2. Tra le neopromosse, il più intraprendente è stato l’Ipswich: 124,84 mln di disavanzo finale.

SERIE A
L’ultima giornata di mercato ha dato un’ulteriore picconata ai conti: alle 17 di venerdì il rosso era di 250,46 milioni, a mezzanotte è stata sfondata quota 300: -307,69 milioni, per l’esattezza. L’Italia è la seconda lega in ordine di disavanzo, ma sarà la stagione a dire se almeno la qualità complessiva sarà migliorata. Il Napoli ha pescato in Inghilterra gli uomini per rinforzare il centrocampo, con gli scozzesi McTominay (prelevato dal Manchester United) e Gilmour (14 milioni al Brighton). In direzione contraria, i trasferimenti di Calafiori approdato all’Arsenal e di Chiesa, passato al Liverpool. Le cifre finali parlano di 245 acquisti e 454 cessioni, passivo medio di 15,38 milioni per club. Nel mercato esterno, l’operazione più costosa è stato l’acquisto di Douglas Luiz da parte della Juventus (51,5 milioni nelle casse dell’Aston Villa), mentre in quello interno ancora la Juve protagonista, con l’arruolamento di Koopmeiners, pagato 54,7 milioni. Il Bologna, con un attivo di 43,5 milioni, è stato il club più virtuoso, poi il Torino (+32,4). Otto club hanno chiuso con un bilancio positivo (oltre ai due già citati, anche Atalanta, Genoa, Monza, Lecce, Cagliari, Empoli e Verona).

BUNDESLIGA
In Germania, perdite generali tutto sommato contenute: -117,09 milioni, con un leggero miglioramento nell’ultima giornata, quando si era arrivati a quota -122,57 milioni. Il Bayern Monaco, con un rosso da 69,15 milioni, regge da solo metà disavanzo. Il Borussia Dortmund ha un saldo negativo di 46,40: i due club, in pratica, da soli valgono l’intero “rosso”, anche se il conteggio, in realtà, è più articolato. Il Leverkusen ha chiuso con –21,85 milioni.

LIGA
In Spagna, serranda calata con un negativo maturato solo nell’ultima giornata: -12,99, dopo essere stati in attivo fino a poche ore dal termine del mercato. L’operazione-Mbappé ha oscurato tutti, anche se paradossalmente il Real è partito così così e si avverte la mancata sostituzione di Kroos. Il Barcellona, con Olmo, ha fatto un’operazione importante (55 milioni di spesa), ma l’affare più costoso è stato Alvarez, pagato 75 milioni dall’Atletico Madrid. Lo stesso Atletico ha investito 42,5 milioni su Gallagher, ex Chelsea.

LIGUE 1
La Francia, grande esportatrice di talenti, è andata peggio del previsto: saldo negativo di 141,99 milioni. La partenza di Mbappé ha sicuramente impoverito il panorama complessivo, ma il PSG è partito bene in campionato. Per ora giudizio sospeso.

I VIRTUOSI
Liga portoghese (+181,42 milioni), Eredivisie olandese (+117,75 milioni) e Super League svizzera (+29,47 milioni) confermano di essere i paesi più oculati. Impressionanti, ma non è una sorpresa, gli svizzeri: 25esimo saldo positivo di mercato di fila. L’ultimo rosso risale al 1999. In assoluto, tre negativi dal 1991 ad oggi.