Simone Roganti aveva compiuto 21 anni pochi giorni fa, il 25 agosto. Era una promessa del ciclismo abruzzese e italiano. È morto nella sua casa di Spoltore dopo un malore improvviso. Intorno alle 22.30 il suo cuore ha ceduto: i genitori hanno immediatamente chiamato i soccorsi, ma i sanitari del 118 hanno potuto solo constatare il decesso del giovane ciclista. Il mondo del ciclismo è in lutto, sotto choc. Ma nel frattempo si muove anche la magistratura: la Procura di Pescara ha aperto un fascicolo per indagare sulla morte di Rogant. Il pm Luca Sciarretta ha disposto l’autopsia del corridore per capire quali siano le cause del decesso. Di un malore che ha colpito un atleta di 21 anni.
Simone Roganti era un giovane corridore della formazione marchigiana Continental MG Kvis – Colors for Peace. Sarebbe dovuto partire nei prossimi giorni per andare a correre in Belgio. Il 15 settembre avrebbe poi dovuto partecipare al Trofeo Matteotti che si corre a Pescara. Nelle prossime settimane proprio in Belgio avrebbe dovuto firmare un contratto con una squadra Professional e quindi diventare professionista. D’altronde, quest’anno sulle due ruote aveva ottimi risultati: il secondo posto nella classifica generale del Giro del Veneto e il settimo al campionato italiano Under 23. Il 2024 per Simone Roganti si era tinto anche di azzurro con la partecipazione al Giro della Valle d’Aosta chiuso al decimo posto.
Il giovane ciclista, prima dell’attuale squadra, aveva corso per due stagioni con la Um Tools D’Amico. Una passione, quella per il mondo della bici, che era di casa: anche gli zii Fabrizio e Federico (che segue il Giro d’Italia per la Rcs Organizzazioni come motociclista alla Radio Informazioni), e pure il padre Fabiano avevano un passato da ciclisti, come racconta la Gazzetta dello Sport. Il presidente della Federazione Ciclistica, Cordiano Dagnoni, anche a nome del Consiglio Federale, dello staff della Nazionale e di tutto il mondo del ciclismo, ha espresso “i sensi del più profondo cordoglio e si stringe commosso ai genitori e familiari tutti per la prematura scomparsa di Simone”, si legge in una nota della Fci.
Photo credit: Federazione ciclistica italiana