Ci hanno perso tutti. Ci perde il Napoli, che si ritrova un saldo negativo di mercato di oltre 100 milioni di euro (ed era già molto alto). Ci perde anche, e non poco, Victor Osimhen, che era convinto di salutare questa estate, per accordi presi l’anno scorso, ma che invece resta a disposizione di Antonio Conte. Anzi, nemmeno, perché il nigeriano non è stato inserito nella lista dei 25 nomi per la composizione della rosa da presentare alla Serie A. Di fatto si allenerà a Castel Volturno da separato in casa. Che è clamoroso.
Si parla di un attaccante con una clausola di 130 milioni di euro, con un ingaggio da circa 11 milioni di euro netti (tra i più alti della Serie A) che fino a gennaio dovrà restare fermo a guardare gli altri. Con conseguente deprezzamento del suo cartellino e soprattutto condizione che non potrà essere ottimale. Ci perdono davvero tutti, insomma. Anche se nelle ultime 24 ore qualcosa sembrava possibile.
E invece niente: con l’Al-Ahli è stato Aurelio De Laurentiis a non trovare l’accordo. Mancava qualche milione per poter dare l’ok, dopo che l’attaccante si era convinto ad accettare la destinazione. Per il giocatore, preso atto che il Psg non si sarebbe più fatto avanti, si trattava di un buon accordo: contratto a doppia cifra di ingaggio (almeno 20 milioni di euro netti, più bonus), clausola rescissoria non tanto alta, così da poter eventualmente valutare nuove offerte nelle prossime stagioni e liberarsi facilmente. Altro che prigione dorata, insomma: un investimento su sé stesso in un calcio in espansione (anche se, rispetto allo scorso anno, è stato speso circa un quarto per aggredire il mercato europeo).
Lo stop è arrivato però dalla società, che intanto trattava con il Chelsea a delle condizioni considerate non accettabili da Osimhen stesso. Sono stati momenti di fortissima tensione tra le parti, con l’entourage del giocatore che ha ribadito come non si sarebbe mai spostato in prestito con diritto di riscatto e soprattutto a condizioni considerate meno vantaggiose rispetto a quelle arabe. Questione di soldi, sì, ma anche di prospettive, con la Premier che, per quanto sempre affascinante, non avrebbe garantito quella centralità che Osimhen aveva a Napoli e che avrebbe avuto anche in Arabia. Ma è un futuro irrealizzabile, ora. Con le valutazioni passate a zero e con tre mesi di rimpianti che non hanno portato a nulla. Lo scenario più clamoroso di tutti si è materializzato. E non ha nessun valore aggiunto.