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Nuova provocazione d’Israele: ebrei in preghiera al Monte del Tempio. La polizia non li ferma su ordine del ministro Ben Gvir

Mentre la guerra tra Israele e Hamas ha ormai varcato i confini di Gaza per espandersi in Cisgiordania, da Israele arrivano nuove provocazioni nei confronti dei palestinesi anche nel luogo più sacro di Gerusalemme, la Spianata delle Moschee (Monte del Tempio per gli ebrei). Nelle ultime settimane la polizia non sta più vietando alle persone di fede ebraica di pregare al Monte del Tempio. Preghiera aperta e prosternazione sono diventate una routine giornaliera e il primo ministro per la sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir, dopo aver ipotizzato al costruzione di una sinagoga vicino alla moschea di al-Aqsa, spinge affinché la pratica sia permessa e praticata quotidianamente. Questa – seppur presente nelle Scritture – viola lo status quo (non scritto) del sito – concordato fra Israele e Giordania nel 1967 e ribadito nella pace del 1994 – e le regole della polizia, secondo cui il Monte del Tempio è un luogo dedicato alla preghiera per i musulmani.

Un gesto provocatorio – La “passeggiata” al Monte del Tempio non viene considerato un gesto neutro. In particolare, il gesto rimanda a quello fatto da Ariel Sharon il 28 settembre del 2000, quando l’allora capo dell’opposizione entrò nella spianata dove si erge la Cupola della Roccia – terzo luogo sacro dei musulmani, che vi collocano il punto in cui Maometto compì il suo viaggio notturno – dando inizio, così, alla Seconda Intifada. La prosternazione alla base della spianata, quindi, ha una valenza polemica e provocatoria che, nel bel mezzo della crisi che coinvolge Israele e Palestina, rischia di scatenare nuove violenze.

Nessun arresto dal 13 agosto – A dare la notizia dell’allargamento delle maglie per i fedeli non musulmani è stato il Times of Israel che, mercoledì, ha assistito a un servizio di preghiera condotto ad alta voce. Gli attivisti per i diritti della preghiera sul sito hanno confermato che queste avvengono durante i riti del mattino e del pomeriggio ogni giorno. La prosternazione si svolge sul lato orientale della spianata, fuori dalla vista dei fedeli musulmani, ma in un luogo ben visibile e controllabile dalla polizia che – secondo le regole – accompagna gli ebrei durante le loro visite al Monte del Tempio e che, fino a poco tempo fa, non consentiva questo tipo di manifestazioni di culto.

La situazione è cambiata dal 13 agosto, giorno in cui quest’anno è caduto il Digiuno ebraico del Nono di Av. In quell’occasione, i fedeli hanno visitato il sito assieme a Ben Gvir e hanno poi pregato tutti assieme ad alta voce. All’inizio della visita, un gruppo di circa 30 persone – soprattutto uomini, ma erano presenti anche donne e bambini – è salito al Cancello Mughrabi dall’ingresso alla piazza del Muro Occidentale cantando un verso biblico dal Libro di Isaia. Poi, numerosi membri del gruppo si sono inchinati rivolte verso ovest, dove si trovava il santuario degli antichi templi ebraici, e hanno iniziato a pregare. Tutto sotto gli occhi della polizia. Non solo, due rabbini ultraortodossi hanno anche impartito delle lezioni sul testo sacro prima che la polizia intervenisse per concludere la visita.

Un importante attivista del Monte del Tempio, che è stato coinvolto per molti anni nel lobbismo per maggiori diritti di preghiera ebraica presso il sito, ha detto a The Times of Israel che, sebbene i cambiamenti dal 13 agosto siano stati “sostanziali”, non crede che costituiscano un cambiamento dello status quo. Il vero passo in avanti – ha aggiunto l’uomo – sarebbe avvenuto nel 2018, durante il mandato di Gilad Erdan come ministro della polizia, quando è stata concessa la preghiera libera. Oltre alla possibilità di prosternarsi – ha sottolineato l’attivista – la polizia ha anche permesso preghiere con canti e balli.

“È illegale impedire di pregare ” – Dopo la giornata del 13 agosto, Ben Gvir ha insistito sulla propria volontà di consentire – anche grazie al suo potere di ministro sulla polizia – la preghiera ebraica sul sito. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha cercato sminuire la portata delle dichiarazioni del suo ministro e ha affermato che non c’è stato alcun cambiamento allo status quo. In ogni caso, le preghiere stanno continuando senza interruzioni e Ben Gvir sembra ignorare le dichiarazioni di Netanyahu. Parlando all’Esercito per radio, il ministro ha insistito sulla correttezza della legge israeliana che non fa differenza tra i diritti religiosi dei musulmani e quelli degli ebrei ed ha anche sottolineato che il Monte del Tempio è considerato il principale luogo sacro per i fedeli di religione ebraica e solamente il terzo luogo sacro per i musulmani.

“Le politiche sul Monte del Tempio permettono la preghiera, punto – ha detto Ben Gvir – È permesso pregare, è illegale impedirti di pregare“. Alla domanda dell’intervistatore se fosse intenzionato a costruire sul sito una sinagoga, il ministro israeliano ha risposto con fermezza e senza ambiguità: “Sì, sì, sì“.

I funzionari della sicurezza israeliana, tuttavia, vedono questa nuova permissività e possibili cambiamenti nelle regole non scritte come potenziali pericoli per il popolo israeliano. Il Monte del Tempio è stato più volte teatro di manifestazioni e scontri violenti e il ministro della difesa Yoav Gallant – che negli ultimi mesi si è sempre più scontrato con Ben Gvir – ha accusato il ministro di mettere in pericolo Israele e i suoi abitanti.