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Regionali Liguria, Boccia: “Renzi? Non può fare come Pippo Franco che tifa per Lazio e Roma nella stessa partita”

Il Partito democratico continuerà ad essere testardamente unitario in Parlamento e nel Paese”. Francesco Boccia, nel corso di un’intervista a ilFattoQuotidiano.it, affronta il tema del cosiddetto ‘campo largo’. Il tema, è noto, riguarda la presenza o meno di Matteo Renzi e di Italia Viva nel centrosinistra, dopo che l’ex presidente del Consiglio ed ex segretario dem ha indicato il centrosinistra quale parte del campo in cui schierarsi. “Noi partiamo nella proposta di alternativa al centrodestra da un blocco formato da PD, M5S e Alleanza Verdi-Sinistra e questo è già un grande risultato ottenuto grazie all’opposizione parlamentare in questi primi due anni di governo Meloni e questo ha già semplificato il quadro del 2022, quando le opposizioni erano divise in tre blocchi – poi, spiega Boccia – il 9 giugno ha sancito il fallimento del terzo polo. Lo dicono gli elettori”. Risultati delle elezioni europee, che inoltre per Boccia “hanno ribadito che i partiti che oggi sono all’opposizione del governo di Giorgia Meloni sono maggioranza nel Paese. Questo non significa che possono stare insieme. Cosa accadrà da qui al 2027 dipenderà dai fatti, lo vedremo, ci sono nove elezioni regionali nei prossimi diciotto mesi”.

La Liguria è una delle tre Regioni che vanno al voto prima della fine del 2024. “Io mi auguro che possa esserci presto una convergenza sul nome più autorevole che è quello di Andrea Orlando e che lo faccia innanzitutto il blocco PD-M5S-AVS e poi chi sui territori sostiene il salario minimo, e per quanto mi riguarda, c’è anche la battaglia sulla raccolta firme contro il Jobs Act. Boccia cita due battaglie che vedono Renzi sul fronte opposto. “Ma non voglio più parlare del passato, perché il passato è stato regolato con una leadership di rottura come quella di Elly Schlein ed ecco perché il PD è tornato credibile, perché é tornato dove è nata la sinistra, cioè per strada. Schlein ha fatto una cosa che gli elettori hanno premiato, ha cambiato il profilo culturale del Partito democratico, spostandolo dove i progressisti devono essere, cioè sulla giustizia sociale, sull’equità, lavoro, sanità, sulla transizione ecologica, sulla difesa dell’ambiente e sull’europeismo moderno”. Sarà questo un terreno comune per tutti i partiti all’opposizione? “Non lo so. Chi vivrà vedrà. Queste nove competizioni regionali dei prossimi diciotto mesi saranno un banco di prova perché se siamo unitari possiamo vincerne di più di quelle che oggi governiamo. Se ci divideremo vincerà la destra”. Può essere un primo passo di avvicinamento se Renzi con Italia Viva interrompesse il sostegno alla giunta di centrodestra di Genova, guidata dal sindaco Bucci? “Questo mi pare scontato, non puoi essere sullo stesso territorio da una parte e dall’altra. Così era Pippo Franco in un film molto noto (in cui tifava per la Lazio e per la Roma nella stessa partita, ndr)”.