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“Siamo tutti anti-AfD”. In Germania si vota in due länder, la società non potrebbe essere più divisa

“Mentre sudando tengo lo striscione Sassonia Solidale alla manifestazione antifascista nella mia città natale Zwickau noto visivamente quanto sia spaccata in due la società locale. Dallo stesso edificio: al primo piano ragazzini stranieri ci fanno saluti festosi con la mamma velata, dal piano di sopra due teste rasate ci fanno il segno del dito medio rialzato”. Così scrive sull’atmosfera di questo fine agosto il giovane attivista Jakob Springfeld. E’ diventato dall’anno scorso il testimonial dei giovani dell’Est che si mobilitano contro la crescente egemonia dell’Afd nei Länder orientali. Afd, cioè Alternative fur Deutschland, che nelle manifestazioni hanno ribattezzato Alternative fur Dummies, alternativa per gli stupidi.

Alla vigilia delle elezioni in Turingia e Sassonia, che il sistema politico tedesco teme da più di un anno, il partito di estrema destra ha cavalcato la paura per il (folle) attacco “terrorista” di Solingen, riproponendo il suo pezzo forte, il tema anti-accoglienza anti-migranti. Ma al tempo stesso quella società civile impegnata, politicizzata e ovviamente antifascista, che si era mobilitata in modo anche sorprendente tra gennaio e febbraio, ha deciso in Turingia e Sassonia di tornare in piazza.

A Erfurt, a Dresda, a Lipsia le manifestazioni sono state significative. Non hanno – come in Francia – un Fronte Popolare al quale indirizzare le indicazioni di voto, hanno una indicazione più generale: votare contro la Afd. Per tutti i manifestanti (che comunque ahimè sono una minoranza) questo significa votare anche contro chi potrebbe allearsi con l’Afd, ovvero la Cdu, i democristiani. Finora la Cdu ha escluso di allearsi con l’Afd, che tra l’altro ufficialmente è ancora un partito antieuropeista, ma una eccezione in Sassonia o Turingia potrebbero anche farla. Secondo un sondaggio in queste due regioni, la maggioranza degli elettori Cdu sarebbe disponibile. E’ per questo motivo che la questione Afd non sarà risolta con l’assegnazione dei seggi la sera di domenica 1 settembre e il movimento antifascista tornerà in piazza nelle settimane successive.

Sì, antifascista. E’ curioso per noi, ma questa parola viene usata molto di più della parola antinazista, e rimbalza in italiano lo slogan italiano “Siamo tutti antifascisti”. Lo stesso che avevo sentito in Francia. Un successo internazionale, quasi come Bella Ciao. Addirittura è sbucato un poster in italiano “Siamo tutti Anti Afd”.

Una versione in piccolo del conflitto in corso nei due länder orientali l’ho avuta di fronte nel quartiere berlinese di Lichterfeld. La Afd ha indetto un comizio – presidio contro l’arrivo in zona di un nuovo gruppo di richiedenti asilo. Le forze antifasciste (in pratica la sinistra, dalla Spd a gruppi anticapitalisti) ha indetto un contropresidio, alla stessa ora, dall’altro lato dello stesso grande centro commerciale. I contromanifestanti erano un po’ più numerosi di chi è andato con gli Afd, qualche centinaio da una parte e dall’altra. Ma i contromanifestanti si sono divisi: un gruppo più radicale è andato il più vicino possibile al comizio Afd, cercando di disturbarlo con trombette soffiate a più non posso. Non mancano gli aspetti divertenti, i giochi di parole, i cartelli “niente sesso con i nazisti”.

I movimenti di piazza antifascisti non sono la soluzione ma dimostrano una possibilità di mobilitazione che può salvare la democrazia in Germania e in Europa. Tutti quanti dovremmo studiare, capire, sostenere i soggetti attualmente attivi in Sassonia e in Turingia e in Brandeburgo, come nelle regioni francesi “collegi in bilico” con Rn. Se c’è una guerra sul modello europeo, sulla civiltà europea (diritti umani e civili, apertura, green deal, stato sociale) sono quelle le trincee e i territori di frontiera dove si sta combattendo, più importante della Ucraina.

Non basta contro-manifestare, è chiaro. Ma neanche inseguire la Afd sul suo terreno. Il capo democristiano Merz si è abbastanza clamorosamente impaperato in questi giorni sui richiedenti asilo. Ha detto “basta con siriani e afgani”. Qualcuno gli deve aver fatto notare che dovrebbe modificare la Costituzione e probabilmente uscire dall’Unione Europea. Allora ha precisato: dico di espellere siriani e afgani che sono stati registrati in altri paesi Ue. Ah, ma quello in teoria è già previsto.

La Germania si accartoccia per un pazzo siriano accoltellatore, invece di discutere su come reggere le ondate di caldo diventate più frequenti. Non hanno condizionatori nei negozi, sui mezzi pubblici, in molti uffici. Credono ancora che si tratti di pochissimi giorni l’anno. Difficile che sia cosi.