È stata una estate musicale italiana anomala e per certi versi sorprendente. Non staremo qui di certo a discutere sul numero dei brani o aspiranti tormentoni estivi (siamo più o meno, calcolatrice alla mano, ad oltre quaranta pezzi pubblicati per la stagione) perché è un leitmotiv già trito e ritrito… Quasi quanto le lamentele degli addetti ai lavori sul numero di album che escono per il mercato natalizio. Il vero elemento di novità dell’estate 2024 è che il pubblico di ascoltatori si è “diviso” in due. Da una parte gli ascoltatori streaming e dall’altra le radio. In mezzo c’è una outsider. Ma andiamo per ordine.
Spotify non ha alcun dubbio e assegna la medaglia d’oro a “Sesso e Samba” di Tony Effe (che sta vivendo il suo momento d’oro anche dal punto di vista sentimentale con il nuovo flirt con Giulia De Lellis) e Gaia. Medaglia d’argento a “30°C” di Anna, che ha letteralmente spopolato questa estate nella classifica degli album con “Vera Baddie”. Medaglia di bronzo a “Paprika” di Ghali. Molto più altalenante, invece, il gusto delle radio italiane. La vetta di Earone, la classifica settimanale dei network radiofonici, non è mai stata costante. Diciamo che di base è stata “Storie Brevi” di Tananai ed Annalisa a sguazzare stabilmente nella top 3.
Anche le classifiche settimanali di RTL 102.5, che poi premierà la canzone dell’estate 2024 al Power Hits Estate il 3 settembre all’Arena di Verona, vede sempre in testa il duo Tananai ed Annalisa. E “Sesso e Samba”? Ha tallonato spesso “Storie Brevi”. Ma se guardiamo la classifica streaming non c’è stata gara. Infatti il brano firmato da Annalisa e Tananai si attesta – sempre stando ai dati diramati da Spotify – al decimo posto. In particolare Annalisa è presente anche al settimo posto con Tedua per “Beatrice”. Così come Tony Effe è presente all’ottavo posto con “Miu Miu”.
Insomma parliamo di tre brani molto diversi tra loro “Sesso e Samba”, “Storie Brevi” e “30°C” che hanno sparigliato le carte fino all’ultimo. In qualche modo è la dimostrazione che la varietà delle proposte c’è stata e se le radio e gli streaming hanno viaggiato su binari opposti, evidentemente un male non è stato… Nel nome della pluralità delle scelte musicali.
