Là dove una volta si sciava oggi si vendono libri. Accade sulle montagne dell’Alto Verbano, dove un anno e mezzo fa, Marco Tosi, 37anni, ha aperto la libreria Alpe Colle, una delle più alte dell’arco alpino italiano. A 1238 metri d’altezza, le nevicate ormai sono molto rare. “Quando ero piccolo ho imparato a sciare su queste montagne, ma oggi con la crisi climatica gli impianti hanno chiuso e c’è stato un abbandono. Il futuro delle montagne è da reinventare, io sto provando a farlo con i libri”.
E così dopo aver lavorato in altre librerie sulle rive del lago Maggiore, nel 2023 ha scelto di aprirne una, stabilmente, nell’alpeggio di famiglia. “Una transumanza di libri proprio dove si faceva la transumanza dei greggi” racconta Tosi mentre riordina gli ultimi arrivi. Già, perché durante la settimana recupera i libri usati in giro per poi portarli in altura per il fine settimana. Fuori catalogo, prime edizioni, libri per bambini. “La cosa bella è che il pubblico è trasversale, escursionisti, famiglie, anziani, bambini” prosegue Tosi mentre racconta la storia della casa di famiglia che fu distrutta nel corso dei rastrellamenti nazifascisti nel 1944 per poi essere ricostruita sette anni dopo dal nonno. E oggi è passata nelle sue mani: “Non è facile gestire una libreria a 1238 metri d’altezza. Significa rispettare il ciclo del tempo. Negli ultimi anni i temporali improvvisi sono diventati sempre più frequenti dunque capita di dover ritirare i libri di corsa anche di notte per salvarli”.
Il futuro della montagna passa anche dai libri. “Bisogna guardare le montagne non come appendice della città ma rispettando la loro identità – spiega Tosi – la mia scelta non è di ritirarmi in montagna, ma credo nel dialogo tra città e montagna pur rispettando le due anime diverse”. Secondo Tosi, serve un cambio di approccio: “La montagna non è solo verticale, cime da raggiungere, ma è anche vallate pascoli alpeggi abbandonati dove uomo e natura hanno convissuto per tanti secoli, dunque la montagna è anche orizzontale è fondamentale tornare a viverci e farci carico di questa dimensione”.