La Senna è di nuovo inquinata. Come un brutto film già visto, anche alle Paralimpiadi di Parigi 2024 a tenere banco sono le condizioni del fiume in cui dovrebbero nuotare i poveri atleti. Era già successo durante i Giochi estivi di qualche settimana fa, ma la lezione non è servita: anche le gare di triathlon dei Giochi Paralimpici, infatti, sono state rinviate. Per ora è previsto che si disputino domani, lunedì 2 settembre. Sempre che nel frattempo il livello dei batteri nell’acqua della Senna sia effettivamente sceso sotto la soglia minima consentita.
L’annuncio è stato dato da una nota di World Triathlon: “Gli ultimi test mostrano una diminuzione della qualità dell’acqua nel fiume a seguito degli episodi di pioggia degli ultimi due giorni. Di conseguenza, la qualità dell’acqua nella sede della gara domenica 1 settembre non è adatta al nuoto e supera la soglia stabilita dal World Triathlon”. Insomma, la Senna è inquinata perché dopo che ha piovuto la concentrazione di batteri è aumentata. Tanto per cambiare. Quindi, “è stato deciso di programmare tutte le 11 medaglie di triathlon paralimpico il 2 settembre. Parigi 2024 e World Triathlon ribadiscono che la loro priorità è la salute degli atleti e con queste condizioni, gli eventi di triathlon paralimpico non possono svolgersi oggi”.
È lo stesso copione già visto per i Giochi estivi, quando le gare di triathlon furono posticipate e poi disputate in unico giorno (sia la prova maschile che quella femminile). Con enormi disagi per gli atleti, che oggi come un mese fa non sanno quando e in che condizioni disputeranno la gara più importante della loro carriera. La nota parla di “priorità” data alla salute, ma anche su questo punto sono stati sollevati molti interrogativi. I dati pubblicati qualche settimana fa dal sito d’informazione francese Mediapart hanno rivelato i risultati dei prelievi effettuati giorno dopo giorno dall’Eau de Paris, la società pubblica che si occupa della gestione dell’acqua nella capitale francese. E nel periodo compreso tra il 27 luglio e il 5 agosto le acque della Senna avevano avuto quasi tutti i giorni una concentrazione di batteri che superava le norme consentite.
La soglia stabilita dalla federazione internazionale di triathlon, quindi valida anche per le Paralimpiadi, è di 400 unità formanti colonie (Cfu, ovvero cellule batteriche) per 100 millilitri (ml). Le acque della Senna però sono quasi sempre più inquinate. Infatti durante i Giochi sono state prese decisioni paradossali: il fiume era troppo “sporco” per gli allenamenti, ma non per le gare di nuoto. Non sappiamo dunque quali siano i reali livelli di Escherichia coli e di altri batteri trovati nelle acque del fiume: sappiamo solo che, secondo gli organizzatori e la federazione internazionale di triathlon, rispettavano le soglie fissate.
E resta una certezza: i circa 1,4 miliardi di euro di denaro pubblico investiti dalla Francia per rendere la Senna balneabile ad oggi sono un buco nell’acqua. Infatti, stando a questi dati raccolti dall’Eau de Paris, il fiume è sufficientemente “pulito” solo il 20% dei giorni. E i criteri previsti per le Olimpiadi e le Paralimpiadi sono meno stringenti di quelli richiesti in caso di apertura al pubblico della Senna. L’unico beneficio è averla resa meno inquinata e aver sistemato parte del sistema fognario parigino.
Insomma, l’idea di parigini e turisti che si rinfrescano con un tuffo del fiume resta utopia. Così come restano le ombre sulla gestione delle gare sulla Senna. Specialmente dopo quello che è successo ad alcuni triatleti dopo le loro prove a inizio agosto. La belga Claire Michel è stata ricoverata per 4 giorni in ospedale, accusando vomito e diarrea. Ha poi spiegato di non aver avuto l’Escherichia coli, quanto probabilmente di essere stata colpita da un virus. Un altro triatleta canadese, Tyler Mislawchuk, ha raccontato di aver vomitato 10 volte dopo la sua gara. Senza dimenticare tutti gli altri disagi, non solo fisici, accusati dagli atleti: proprio per via dell’inquinamento della Senna, quasi tutte le giornate di allenamento previste sono state cancellate. Gli stessi disagi che ora stanno vivendo anche gli atleti Paralimpici.