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“Servono missili per Kiev, ma in Italia ci sono le ferie. Russia e Cina lavorano 24 ore al giorno”: polemica sulle frasi di Crosetto

La guerra non può aspettare, ma i tempi di produzione dell’industria bellica italiana sono troppo lunghi. Il ministro della Difesa Guido Crosetto punta il dito sull’organizzazione del lavoro in Italia tra ferie, orari e chiusure nel fine settimana. “L’Italia deve consegnare la contraerea Samp-T all’Ucraina e l’azienda italiana che deve sistemarlo ad agosto era chiusa […]

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La guerra non può aspettare, ma i tempi di produzione dell’industria bellica italiana sono troppo lunghi. Il ministro della Difesa Guido Crosetto punta il dito sull’organizzazione del lavoro in Italia tra ferie, orari e chiusure nel fine settimana. “L’Italia deve consegnare la contraerea Samp-T all’Ucraina e l’azienda italiana che deve sistemarlo ad agosto era chiusa per ferie, sabato e domenica non lavora e di sera non lavora“, ha lamentato Crosetto di fronte alla platea del Globsec Forum a Praga. Critiche al sistema industriale bellico italiano che hanno scatenato la reazione dei sindacati.

Per il ministro “bisogna cambiare in fretta, anche l’Europa lo ha capito”. Poche ore prima Crosetto aveva riferito il problema nell’ambito della riunione a Bruxelles con i ministri dell’Unione: “Sto litigando con le aziende italiane“, aveva detto. Per spiegare il contesto il ministro della Difesa fa anche un confronto (“un’esagerazione” come lui stesso l’ha definita): “Le aziende russe cinesi e iraniane lavorano sette giorni alla settimana, 365 giorni l’anno e 24 ore al giorno. Sto esagerando ma noi ci contrapponiamo con questi sistemi. Putin decide che una fabbrica di auto il giorno dopo fa armi. Noi – ha aggiunto Crosetto – non riusciamo neppure a cambiarne neanche una che fa armi, facendola produrre in modo più veloce. I ministri europei ne hanno preso atto che dobbiamo cambiare e mi auguro che lo faremo nella maniera più veloce possibile perché la cosa che ci manca di più è il tempo”.

Uno degli stabilimenti in questione è quello napoletano di Bacoli, attivo da oltre cento anni nella produzione di componenti missilistiche e oggi della “Mbda” (società controllata da Airbus, Bae Systems e Leonardo – ndr), dalla quale non arriva nessun commento. A respingere l’analisi del ministro è invece la Fim-Cisl: “Non è vero che l’azienda non lavora di sabato e che è stata chiusa per ferie tutto il mese di agosto. Ha già avviato il terzo turno sul sito di Fusaro, a Bacoli, e ha già previsto un incremento di organico. Il punto è che le tempistiche per quadruplicare i carichi produttivi non si possono realizzare in poche settimane“, spiega il segretario nazionale Fabio Bernardini, ricordando che “Mbda ha contratti non solo con l’Italia, ma anche con altre nazioni. Il problema è che il sistema d’arma va prodotto e testato prima di essere consegnato: è una piattaforma integrata e serve tempo. Dichiarare è semplice, realizzarlo no“.

Il ministro della Difesa italiano vuole anche aggiornare programmi, spese e investimenti. Lo scorso aprile, parlando del Samp-T, criticava duramente i cinque anni di attesa che servono per completare ognuno di questi sistemi di contraerea condiviso con la Francia: “Pensiamo che si possa difendere un Paese con questi tempi? Io e il ministro francese stiamo facendo una battaglia per questo”, diceva mesi fa Crosetto chiedendo di raddoppiare la linea di produzione. E sollevata nuovamente la questione delle tempistiche, gli stessi sindacati – in particolare la Fim-Cisl – in queste ore rilanciano sul fronte opposto le loro richieste: “Il governo acceleri i percorsi autorizzativi per il rilancio delle concessioni necessarie agli investimenti, già previsti per implementare la produzione nei siti italiani, fermi sul tavolo della presidenza del Consiglio“.