L’assemblea dei giornalisti dell’Espresso ha proclamato uno sciopero per l’intera giornata del 3 settembre “con l’obiettivo di impedire l’uscita del numero in edicola venerdì 6″. E’ una protesta che si inserisce in uno stato di agitazione che prosegue da parecchio tempo. La decisione di sospendere le attività di domani è stata presa per effetto dello “sconcerto – si legge in un comunicato pubblicato sul sito dello storico settimanale – per le scelte dell’editore e del direttore e forte preoccupazione per le ultime comunicazioni ricevute”. Dal 31 maggio il direttore della testata è Emilio Carelli, ex vicedirettore del Tg5, ex direttore di TgCom e di SkyTg24, ex parlamentare del M5s. L’Espresso – settimanale fondato da Eugenio Scalfari che ha fatto la storia del giornalismo italiano – nel 2022 è stato ceduto da Gedi a Danilo Iervolino, che a sua volta nel dicembre scorso ha venduto il giornale a Donato Ammaturo, titolare di una società petrolifera (Ludoil).

L’assemblea ricorda che con “atto di responsabilità” aveva sospeso il pacchetto di 5 giorni di sciopero affidato al comitato di redazione dopo la sostituzione del direttore Enrico Bellavia – definita dai giornalisti “traumatica” – dando fiducia e credito alle rassicurazioni dell’editore e del direttore sul perimetro occupazionale e sulla salvaguardia dell’identità dell’Espresso. Ma questi presupposti, sottolinea l’assemblea, sono venuti meno. “I mancati rinnovi dei contratti a termine, l’assenza di un piano editoriale, il massiccio utilizzo di collaboratori esterni, la confusione per lo sviluppo sul web e il giudizio sprezzante sulla redazione definita ‘sovradimensionata‘ e ‘sproporzionata‘ ci inducono a riprendere le protesta” si legge ancora nel comunicato. I giornalisti non escludono che altri giorni di sciopero possano essere proclamati attingendo al pacchetto di 5 già approvato. “L’assemblea, dopo mesi di promesse disattese, chiede garanzie occupazionali e la presentazione scritta di un dettagliato piano editoriale che includa mansioni, perimetro occupazionale e strategie per lo sviluppo e la tutela della testata”.

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