“Se per creare l’alternativa al governo Meloni serve uscire dalla maggioranza di Genova, parliamone. Ma è davvero questo il punto o è un alibi per rompere?”. Matteo Renzi, pur di ricollocarsi, si dice pronto a mollare Marco Bucci, il sindaco di centrodestra della città ligure. In un’intervista a La Stampa, al leader di Italia Viva viene ricordato che Giuseppe Conte sostiene che allearsi con lei equivale a fare harakiri: “Ho fatto un fioretto: non voglio parlar male di lui. Dobbiamo creare un’alternativa a Meloni. Per farlo, Schlein ha proposto di smetterla coi veti. Chi mette veti attacca Schlein, non Renzi”. E riguardo alla guida della coalizione rimarca: “”Se la linea la dà Schlein, noi ci siamo. Se la linea la dà Conte, allora stiamo fuori. Ma la posta in gioco oggi non è su Italia Viva quanto sulla leadership della coalizione”.
Dopo aver sostenuto per anni che il bipolarismo era superabile, ora dice: “Ha vinto. Il nostro tentativo di superarlo non ha funzionato. Il centro non ha oggi prospettiva di vita autonoma ma è decisivo per le coalizioni”. Quindi torna su Genova: “Spazziamo via le ambiguità: non intendiamo tenere i piedi in scarpe diverse e dunque siamo pronti a separare la nostra strada da quella del pur bravo Bucci. Siamo pronti a essere presenti in una lista riformista senza simboli di partito. E a sostenere la candidatura di Andrea Orlando, con cui ho posizioni diverse ma che ho comunque nominato ministro”.
Riguardo alla politica estera, uno dei punti dove le posizioni all’interno del centrosinistra sono contrastanti, l’ex presidente del Consiglio mette paletti. Sull’Ucraina “non puoi dire: ti do le armi, ma non le usi. È ipocrita dire le armi sì ma solo in Ucraina, come dice Tajani”. Mentre su Israele: “C’è un capo del governo democraticamente eletto che persegue politiche duramente contestate anche all’interno. Dall’altra parte c’è un gruppo terroristico di macellai estremisti. Non sono sullo stesso piano. Io penso che la soluzione non possa che essere quella di due popoli e due Stati e che per arrivarci sia indispensabile il ruolo dei Paesi dell’area: Arabia Saudita, Qatar, Emirati e Egitto. Soprattutto l’Arabia. Chi conosce la politica estera sa che il ruolo dei sauditi è sempre più importante”.