Il trafficante libico Bidja è stato ammazzato nel corso di un regolamento di conti dai contorni ancora indefinito e ambigui. Uomo spietato e di raro cinismo, era riuscito a interpretare contestualmente le parti del fidato alleato italiano contro gli scafisti e di protettore dei medesimi, dai quali intascava ricche tangenti. Nonostante denunce e inchieste, sino alla fine, ha continuato ad interpretare questo doppio ruolo.

Nessuno potrà dire, in questi e nei passati governi di altro segno, di non aver saputo e di non essere stato avvertito. Nello Scavo, inviato di avvenire, Nancy Porsia, coraggiosa giornalista e scrittrice, Sergio Scandura, puntuale narratore di questi traffici e di questi intrecci, avevano scritto e denunciato, ricevendo in cambio minacce a avvertimenti dal trafficante libico. Nello Scavo, in particolare, a causa di queste minacce, è stato sottoposto a misure di sorveglianza. Qualcuno chiederà scusa? Perché Nello Scavo, Nancy Porsia, e non solo loro, sono stati sottoposti ad intercettazioni?

Attendiamo risposte da mesi; invece si annunciano nuove leggi bavaglio con l’obiettivo di non avere più tra i piedi croniste e cronisti che non guardano in faccia a nessuno e raccontano solo quello che vedono, per citare Anna Politkovskaja. Purtroppo per gli oligarchi, di ogni segno e colore, la legge istitutiva dell’ordine dei giornalisti e le stesse pronunce del tribunale europee obbligano ogni cronista a pubblicare le notizie di pubblico interesse e rilevanza sociale. Se e quando saranno approvate le nuove norme bavaglio, sarà il caso di praticare “l’obbedienza civile” e di continuare a illuminare ogni oscurità, nel frattempo cominciamo a istituire i collegi di difesa e a non lasciare soli quante e quanti decideranno di anteporre l’articolo 21 della Costituzione ad ogni museruola di regime.

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