di Alessio Andreoli

Come immaginavo, la vicenda che coinvolge il ministro Gennaro Sangiuliano e la signora plurilaureata (almeno questo è quanto dichiarato da lei stessa nei suoi profili) Maria Rosaria Boccia sembra aver raggiunto il suo apice con la richiesta da parte delle opposizioni delle dimissioni del ministro. Ovviamente in un paese “normale”, dopo che Maria Rosaria Boccia (con tanto di prove) ha smentito le dichiarazioni del ministro sbugiardando al contempo il/la Presidente del Consiglio, Gennaro Sangiuliano si sarebbe dovuto dimettere seduta stante. Ma il nostro non è un paese normale e a malincuore, una tantum, devo dare ragione al noto generale: è un paese al contrario!

Ma andiamo avanti. La richiesta di dimissioni mi sembra un esito scontato che però non tiene conto di altri aspetti. Il primo è che sicuramente la destra ne farà una questione di principio: nessuna interferenza da parte delle opposizioni, indipendentemente dalla gravità del fatto (vedi ministro/a del Turismo). L’altro aspetto è: ma siamo sicuri che eventualmente non venga sostituito da un altro personaggio dalle dubbie capacità o magari da qualche parente o amico di quella famiglia che ci ha già abituato al nepotismo istituzionale? Magari sarà solo più furbo/a e non si farà sgamare come l’ingenuo Gennaro Sangiuliano.

A mio parere i primi a chiederne le dimissioni dovrebbero essere proprio i partiti che compongono il governo. Dovrebbero farlo per dimostrare, come del resto dice giustamente Giuseppe Conte, che dovrebbe esistere un’etica pubblica per cui la trasparenza, l’onore delle istituzioni viene prima degli amici di partito, delle questioni personali e delle convenienze politiche. Forse il ministro della Cultura avrà la dignità di riferire in Parlamento, ma nel momento in cui deciderà di farlo temo (visto quanto riportano le cronache) che dovremo assistere ad una serie di dichiarazioni piuttosto ambigue – come del resto abbiamo già recentemente avuto modo di ascoltare da colleghi/e del ministro stesso.

Personalmente mi auguro che il ministro vada in Parlamento a chiarire, perché questo è il primo e giusto passo da fare: avrebbe dovuto già farlo spontaneamente, senza aspettare che qualcuno lo sollecitasse. In alternativa, se non può controbattere senza essere smentito, dovrebbe dimettersi. Purtroppo, amaramente, dobbiamo comunque prendere atto che questo è un paese al contrario, quindi è normale avere indagati o condannati in parlamento e al governo; è normale aspettare più di un anno per un esame tramite Ssn; è normale voler fare un ponte che costa miliardi e lasciare nell’abbandono le altre infrastrutture ed è normale inneggiare al Duce; quindi anche questa vicenda è normale.

Per concludere, considerando che “normale” significa un qualcosa di standard, una pratica corretta: caro ministro Sangiuliano, le consiglio di non riferire in Parlamento, di non dimettersi e nominare seduta stante sua consigliera personale la signora Boccia.

Il blog Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’offerta Sostenitore e diventando così parte attiva della nostra community. Tra i post inviati, Peter Gomez e la redazione selezioneranno e pubblicheranno quelli più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Diventare Sostenitore significa anche metterci la faccia, la firma o l’impegno: aderisci alle nostre campagne, pensate perché tu abbia un ruolo attivo! Se vuoi partecipare, al prezzo di “un cappuccino alla settimana” potrai anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione del giovedì – mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee – e accedere al Forum riservato dove discutere e interagire con la redazione. Scopri tutti i vantaggi!
Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Liguria, alta tensione nel centrodestra sulle Regionali. L’ira di Toti contro Rixi e Scajola: “Veto su Ilaria Cavo giustizialista e perdente”

next
Articolo Successivo

Caso Boccia, Sangiuliano resiste: “Mai un euro del ministero per i suoi viaggi, l’ho ribadito a Meloni. E non ha avuto carte riservate sul G7”

next