Cresce il pressing per le dimissioni di Gennaro Sangiuliano dopo lo scandalo nato intorno a Maria Rosaria Boccia, imprenditrice sedicente consulente del ministro della Cultura sospettata di aver ricevuto rimborsi pubblici senza titolo e di aver avuto accesso a documenti riservati del prossimo G7 di Pompei. Lunedì in tv la premier Giorgia Meloni ha riferito – riportando le assicurazioni di Sangiuliano – che Boccia non ha ricevuto “un euro di soldi pubblici” e “non ha avuto accesso ad alcun documento riservato”. Una linea ribadita dal ministro in una lettera alla Stampa, ma contestata dalla stessa “donna dello scandalo” con una serie di post su Instagram in cui ha affermato il contrario, sostenendo di non aver mai pagato nulla durante le trasferte a cui ha partecipato e pubblicando la foto di alcuni atti con l’intestazione del summit internazionale. Contraddizioni cavalcate dalle opposizioni: “Il ministro Sangiuliano deve venire in Parlamento a riferire su come sono stati usati soldi e informazioni delicate del governo, se sono andati nelle disponibilità di una imprenditrice e perché. Non possiamo permetterci teatrini, gossip social, mezze dichiarazioni e lettere alla stampa, alla vigilia di importanti appuntamenti internazionali”, attacca sui social il presidente del M5s Giuseppe Conte. “È imbarazzante assistere a questo spettacolo con la premier Meloni che viene smentita in diretta dai documenti pubblicati sui social da una privata cittadina. È triste in un grande Paese come il nostro dover ogni giorno ricordare a tutti che etica pubblica, trasparenza e onore delle istituzioni vengono prima degli amici di partito, delle questioni personali, delle convenienze politiche”.

“Governo ridotto a una corte bizantina” – Anche dal Pd si evidenzia la scivolosità della vicenda: “Sangiuliano deve fare chiarezza in Parlamento, non ci bastano le rassicurazioni della Meloni”, attacca il deputato Arturo Scotto. “Se un ministro mente in una lettera e dichiarazioni pubbliche, persino alla presidente del Consiglio, deve dimettersi in maniera istantanea. Ne va della credibilità dell’istituzione e del fatto che questo ministro, pare anche sostenuto dalla stessa Boccia, stia preparando il G7 guarda caso a Pompei. Se dovessero essere vere queste cose, minerebbe profondamente la credibilità di un evento come il G7″. Il senatore Michele Fina descrive un “governo ridotto a una corte bizantina, dove assistiamo a una triste commedia dei finti equivoci. La Meloni oramai difende l’indifendibile: Sangiuliano si dimetta”. A l’Aria che tira, su La7, il leader di Azione Carlo Calenda incoraggia a sua volta un passo indietro: “È una vicenda tragicomica, le dimissioni gli vanno chieste per come ha fatto il ministro della Cultura. Sangiuliano è inadatto a fare il ministro, non per la vicenda della signora che porta in giro, ma perché ogni giorno lancia sbruffonate”.

Iv e la petizione online – Sul proprio sito, Italia viva lancia una petizione per chiedere un passo indietro dell’ex direttore del Tg2: “Il ministero della Cultura deve essere il luogo in cui si tutela la bellezza, non dove si esalta la mediocrità. Il ministro Sangiuliano non solo ha mentito, non solo con il suo comportamento ha esposto Pompei, patria della cultura, al ridicolo, ma ha anche messo a rischio la sicurezza del G7. Per questo la sua presenza al governo in un ruolo così delicato non è più sostenibile. Con una firma chiediamo di restituire la cultura italiana a mani più serie, più competenti, più capaci”, si legge nel testo, a prima firma del deputato Ivan Scalfarotto. Un appello rilanciato da Matteo Renzi nella sua newsletter: “In questa storia c’è un degrado che l’Italia della cultura, dei musei, del festival del cinema, delle librerie e dei teatri non merita. Che aspetta a dimettersi Gennaro Sangiuliano?”, scrive.

“Il ministro chiarisca sul ruolo di Boccia” Irene Manzi, capogruppo dem in Commissione Cultura alla Camera, affonda: “La difesa d’ufficio del governo che arriva per bocca della Presidente del Consiglio viene smentita in diretta sui canali social della “consigliera del ministro mai formalizzata” che ha pubblicato foto di alcuni documenti legati al G7 cultura che le sono stati condivisi. È la prova che quanto riportato da Sangiuliano a Meloni non corrisponde esattamente al vero e coinvolge adesso la più alta carica del governo in questa imbarazzante vicenda. Può un ministro mentire alla presidente del Consiglio per cercare di auto scagionarsi da una situazione dai contorni così poco chiari?”, attacca. “Serve chiarezza, una cosa però è sotto gli occhi di tutti: la dottoressa Boccia, su cui il gabinetto del ministro avrebbe riscontrato potenziali conflitti di interessi, ha avuto accesso a informazioni sensibili e riservate sul prossimo G7 cultura e ha partecipato in più occasioni a incontri con funzionari dello stato in cui si è parlato di questioni economiche e strategiche e di investimenti culturali. A che titolo ha partecipato? Sangiuliano deve chiarire nelle sedi istituzionali. Ribadiamo la richiesta al presidente Mollicone di convocarlo in Commissione con urgenza”.

“Teatrino squalificante, scandaletto dal film di serie B” – Il leader dei Verdi Angelo Bonelli parla di “un teatrino squalificante che mortifica cultura e istituzioni”, annunciando “un’interrogazione alla premier Meloni per chiedere conto dell’operato del ministro, chiedendole di trasmettere ai gruppi parlamentari la documentazione relativa alla pseudo-assistente di Sangiuliano”, per sapere “se abbia usufruito dell’auto della scorta e a che titolo ha partecipato a incontri ufficiali del ministero, ivi compreso quello preparatorio del G7 di Pompei. La premier Meloni faccia chiarezza esibendo prove, altrimenti adotteremo iniziative opportune in tutte le sedi. Il tempo delle auto assoluzioni è finito”, conclude. Su X il segretario di +Europa Riccardo Magi attacca: “Non bastava la fascisteria razzista, omofoba, antisemita e nostalgica di Hitler e Mussolini che anima i giovani di Fratelli d’Italia: ora arriva anche lo scandaletto da film di serie B al ministero della Cultura con tanto di smentita in diretta tv alla premier Meloni da parte della presunta consulente di Sangiuliano. Il ministro può dimettersi o meno, la premier può chiederne la testa o meno, ma resta sullo sfondo lo squallore di un sottobosco di governo inadeguato e imbarazzante che rappresenta, in fondo, il vero volto dell’esecutivo Meloni. Gli italiani non si meritano questo cinepanettone estivo da quattro soldi“.

M5s: “Ministro e premier spieghino” – Lunedì sulla vicenda era intervenuto il Movimento 5 stelle con i capigruppo nelle commissioni Cultura di Camera e Senato, Antonio Caso e Luca Pirondini: “Per Gennaro Sangiuliano e per l’intero governo Meloni è finito il tempo dei silenzi imbarazzati. Devono spiegare perché una “consigliera”, che tale non era, del ministro della Cultura ha partecipato a incontri riservati, a chat interne al ministero e a riunioni con i consiglieri del ministro senza averne titolo”, attaccano. “Devono spiegare come possa essere possibile che la “non consigliera” di Gennaro Sangiuliano ricevesse mail con informazioni sensibili da funzionari del ministero della Cultura, per giunta su un account non protetto. Devono spiegare se è vero che ha partecipato ad eventi pubblici in qualità di “collaboratrice” di Gennaro Sangiuliano e se tali trasferte, con relativi benefit e spese di viaggio, siamo state pagate con soldi pubblici. Devono spiegare se davvero a questa persona sia stato promesso di curare addirittura l’organizzazione del G7 della Cultura di Pompei, evento inizialmente previsto a Positano. E a questo punto devono spiegare anche il perché dello spostamento. Insomma Gennaro Sangiuliano deve spiegare parecchie cose, ma nonostante la sua proverbiale sbruffonaggine fino ad oggi davanti a tutte queste domande continua a tacere imbarazzato. Ora è tempo che venga in Parlamento a rispondere. Fino a quando Giorgia Meloni continuerà a tollerare tutto questo coprendo il suo ministro?”, concludono.

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