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“È una orgogliosa imbrogliona e senza vergogna”: JK Rowling attacca duramente la velocista transgender Valentina Petrillo perché è in gara alle Paralimpiadi

La "mamma" di Harry Potter non molla e torna sul luogo del delitto

di F. Q.
“È una orgogliosa imbrogliona e senza vergogna”: JK Rowling attacca duramente la velocista transgender Valentina Petrillo perché è in gara alle Paralimpiadi

Dopo essere stata citata in giudizio dalla medaglia d’oro olimpica di pugilato femminile, Imane Khelif, la “mamma” di Harry Potter non molla, anzi rilancia ed entra a gamba tesa alle Paralimpiadi di Parigi. JK Rowling ha criticato senza mezzi termini su X la partecipazione di Valentina Petrillo, la velocista paralimpica transgender italiana.

Dopo che la sportiva è stata eliminata lunedì sera nella semifinale dei 400 metri di atletica leggera categoria T12, con disabilità visiva, la Rowling ha twittato con una certa ironia: “Perché tutta questa rabbia per l’ispiratrice Petrillo? La comunità degli imbroglioni non ha mai avuto questo tipo di visibilità! Imbroglioni dichiarati e orgogliosi come la Petrillo dimostrano che è finita la loro era. Che modello! Io dico che restituiamo le medaglie a Lance Armstrong e andiamo avanti”.

Qualche utente ha tentato, timidamente, di rispondere alla Rowling spiegando che la Petrillo stava gareggiando a Parigi come donna e “per i suoi meriti”. Ma la scrittrice e attivista ha rincarato la dose: “Essere un uomo è un vantaggio negli sport che richiedono velocità e forza. Sappiamo entrambi che lo sai, ma hai scelto di fingere di no. Sono figlia di una madre disabile. Per me non si tratta di un argomento astratto, è una linea rossa”.

Anche l’ex campionessa olimpica Sharron Davies ci è andata giù in maniera durissima: “Quindi squalifichiamo Lance Armstrong per aver assunto droghe, il che gli avrebbe dato un piccolo, ma importante vantaggio sui suoi avversari maschi perché sta imbrogliando, ma lasciamo che Valentina Petrillo, un maschio di 51 anni, abbia un enorme vantaggio senza problemi contro le atlete! Perché questo è permesso?”.

Insomma la polemica non accenna a spegnersi, ancora.

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