Inizia con un messaggio di vicinanza ai poveri e ai migranti il tour di 12 giorni in Asia e Oceania di papa Francesco, arrivato questa mattina in Indonesia, la prima delle quattro tappe del quarantacinquesimo viaggio apostolico, il più lungo del pontificato di Bergoglio.
Il primo impegno: l’incontro con i migranti – Il primo impegno del pontefice è stato l’incontro con un gruppo di persone tra rifugiati accolti dal Jesuit Refugee Servis, bambini orfani cresciute dalle suore domenicane, anziani e senzatetto accompagnati dalla Comunità di Sant’Egidio indonesiana. L’incontro è avvenuto alla Nunziata Apostolica, subito dopo l’arrivo del vescovo della Chiesa di Roma a Giacarta, ed è stato preceduto solo da una breve cerimonia di accoglienza alla presenza del ministro per gli affari religiosi. Questo è il primo impegno del Papa in Indonesia che, oltre alle visite di rappresentanza, utilizzerà il soggiorno anche per smaltire le ore di volo (quasi 13) e la stanchezza accumulata nel viaggio.
“I migranti mi stanno a cuore ” – Il tema dei migranti non è stato protagonista solo della prima giornata indonesiana. Nella giornata di ieri – 2 settembre, prima di lasciare il Vaticano, circa quindici persone senza dimora hanno fatto visita a Bergoglio a Casa Santa Marta accompagnati dal cardinale Konrad Krajewski, elemosiniere del Papa. Non solo, la sorte dei migranti e dei salvataggi in mare è stato anche il tema preponderante del consuetudinario incontro di saluto che il Pontefice ha in aereo con i giornalisti al seguito.
A bordo dell’aereo, un giornalista francese, reduce da un reportage di due settimane sulla nave Ocean Viking di Sos Mediterranée, ha donato al Papa – assieme ad una maglietta della nave – una torcia utilizzata dai migranti in caso di naufragio e consegnatagli proprio da un migrante con la richiesta di consegnarla al pontefice. Bergoglio, profondamente commosso, ha ringraziato e ha aggiunto: “grazie per quello che voi fate per raccontare le storie dei migranti. Mi stanno nel cuore”.
Durante il volo, i giornalisti hanno avuto modo di porgere altri regali al pontefice. Tra questi, una maglietta che ritrae un ragazzo di 11 anni ucciso in Spagna, vicino Toledo, omicidio per il quale era stato accusato un immigrato, successivamente scagionato. A Francesco è stata consegnata anche lettera della famiglia della giovane vittima e, dalla Conferenza episcopale del Nicaragua, il guanto di un volontario che fa la raccolta della plastica dispersa in mare.
“Respingere i migranti è un peccato” – I gesti e le considerazioni di questi giorni vanno interpretati come un ritorno sulle considerazioni fatte da Bergoglio in udienza generale contro il respingimento e le politiche restrittive: “Respingere i migranti è un peccato grave“. Un discorso, quello del vescovo della Chiesa di Roma, in sostegno delle forze impegnate nel salvataggio in mare di uomini, donne e bambini. Il tema dei rifugiati, poi, è particolarmente pregnante nei paesi del sud-est asiatico, sia per le gravi conseguenze dei disastri climatici, sia per l’emarginazione e il respingimento dell‘etnia Rohingya.
“Vi ringrazio per la vostra presenza in questo viaggio e la vostra compagnia. Ci vedremo in questo viaggio, in questo volo così lungo, credo il più lungo che io abbia mai fatto“, ha detto Francesco ai circa 80 giornalisti in viaggio con lui. L’agenda del papa per domani, 4 settembre, prevede la cerimonia di benvenuto al Palazzo presidenziale alle 9.30 (ora locale), la visita di cortesia al presidente uscente della Repubblica Joko Widodo e l’incontro con le autorità, la società civile e il Corpo diplomatico, seguito dall’incontro privato, in Nunziatura, con i confratelli gesuiti. Il pomeriggio inizierà con la visita ai vescovi e al clero nella Cattedrale dell’Assunzione alle 16.30 (ora locale), seguito dall’incontro con i giovani di Scholas Occurrentes nella Casa della Gioventù e l’inaugurazione della sede indonesiana.