Saper leggere i momenti chiave, comprendere che i punti in una partita non sono tutti uguali. Un concetto semplice da capire ma difficilissimo da mettere in pratica. Una dote insomma concessa a pochi. Jannik Sinner ha dimostrato da tempo di aver appreso questa “arte”, e negli ottavi di finale degli Us Open ne ha voluto dare un’ennesima dimostrazione contro il numero 14 del mondo Tommy Paul, superato con il punteggio di 7-6 7-6 6-1. Un match combattuto, insidioso, in fondo al quale c’è ora Daniil Medvedev nei quarti, in quella che l’azzurro rappresenta una vera e propria “bella” a livello Slam nel 2024. Vittoria dell’altoatesino agli Australian Open, successo del russo a Wimbledon. Il numero 1 al mondo è l’unico giocatore ad essere riuscito ad arrivare tra i primi 8 in tutti gli Slam della stagione (più giovane a farcela da Djokovic a 20 anni nel 2007). Sinner migliora anche il risultato dello scorso anno, quando si fermò dopo una battaglia agli ottavi di finale contro Alexander Zverev, e questo ha già ripercussioni sul ranking mondiale. L’azzurro attualmente ha 2.500 punti di vantaggio proprio sul tedesco, circa 3.000 su Carlo Alcaraz, 4.000 su Novak Djokovic. Il solco sta diventando una voragine.

I dettagli. Quelli che segnano la differenza tra un ottimo giocatore e uno grande, e che hanno un peso rilevante soprattutto quando si gioca ad altissimo livello. Quelli che Sinner ha saputo cogliere anche in questa occasione. L’azzurro è stato bravo a gestire i momenti complicati dell’inizio, reagire con l’autorità che deriva dalla sua dimensione, controllare la situazione senza mai dare l’impressione di poter perdere la partita. In qualche modo, ha giocato contro il tempo. È rimasto in attesa del momento giusto per spezzare la resistenza dello statunitense, corroderne l’entusiasmo e le convinzioni. Chirurgico e definitivo. Il tutto supportato da una condizione in costante crescita, sia fisica che mentale. Paul ha avuto le sue chance ma non è riuscito a sfruttarle, e quando giochi contro un avversario più forte di te questo equivale a un peccato capitale.

“La chiave della vittoria è stata sicuramente la mentalità – analizza con la solita lucidità all’altoatesino al termine del match -. Non ho iniziato bene, ho fatto tanti errori ma sono stato bravo a essere rimasto lì, a provarci punto dopo punto senza pensare se avrei vinto o perso”. La prossima sfida contro Medvedev “sarà una battaglia sia fisica con tanti scambi lunghi, che mentale. A Wimbledon ha vinto lui ma era diverso, a partire dalla superficie. Daniil è un giocatore molto importante nella mia carriera e sono contento di affrontarlo qui dove ha già vinto e dove si trova molto bene”.

Primo set – L’inizio sembra essere lanciato, ma si rivela invece al rallentatore. Sinner passa in un attimo dall’avere due palle break a favore (entrambe annullate dallo statunitense) all’essere sotto di ben due break e 4-1. L’azzurro sbaglia tanto, venendo completamente investito da un Paul molto incisivo e centrato. Poi, ecco la sveglia. Il numero 1 del mondo recupera subito uno dei break di svantaggio e dà il là a una riscossa travolgente, furente, che viene interrotta sul 5-4 e set-point. Qui Paul reagisce e piazza l’ace che salva la situazione. L’inerzia del set però è ormai cambiata, e lo si vede nel tie-break. Sinner gestisce senza affanni fino alla risposta violenta che Paul non controlla, e che vale un parziale pesantissimo per minare la fiducia dello statunitense e l’entusiasmo dell’Arthur Ashe.

Secondo set – Paul cerca di scuotersi e resta attaccato alla partita con grande personalità. L’equilibrio in campo si presenta totale, con i turni di servizio a farla da padrona: 1-1, 2-2, 3-3, 4-4. Non ci sono particolari sussulti fino al 5-5, quando lo statunitense concede un’occasione a Sinner. L’azzurro non riesce a sfruttarla per un grave errore di rovescio, e la sfida si avvia verso un nuovo tie-break. Rispetto a quello precedente, più lottato. Paul sa che quello che è il momento cruciale della partita e si porta avanti di un mini-break. Ma lo sa anche Sinner. L’altoatesino recupera, approfitta di due errori in risposta del numero 14 del mondo e poi chiude con un grandissimo diritto: 7-6, sette punti a cinque.

Terzo set – Una bandiera bianca. È quella che alza Paul, per un parziale a senso unico che ha poco da raccontare. Sinner ormai è in controllo totale e allunga immediatamente. Alla prima chance utile, l’azzurro passa con un grande diritto in corsa per il 2-0, e poi continua a martellare senza sosta. Conferma il break e poi lo raddoppia: 5-1. Siamo sulla linea del traguardo, la firma sulla vittoria sta per essere messa. Rovescio lungolinea, tentativo di recupero di Paul, palla lunga. Game, set e match Jannik Sinner.

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