Aumentano i morti sul lavoro in Italia rispetto al 2023. Nei primi sette mesi dell’anno, le vittime sono state 577, il 3,2 per cento in più come confermato dall’Inail che ha presentato i dati analitici delle denunce di infortunio – nel complesso e con esito mortale – e di malattia professionale presentate entro luglio. La maggior parte dei decessi è verificata nel settore industria e servizi, dove sono saliti dai 484 dello stesso periodo 2023 a 486.
Aumentano i morti anche nell’agricoltura – da 59 a 71 – e per il Conto Stato, da 16 a 20. L’Inail ha anche registrato 79 decessi nelle costruzioni (contro i 58 del 2023), 55 nel comparto manifatturiero (51 nel 2023), 32 nel commercio (come nel 2023) e 22 nel noleggio e servizi di supporto alle imprese (20 nel 2023), mentre il trasporto e magazzinaggio registra 46 decessi denunciati contro i 61 del 2023.
In termini assoluti, le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate sono state 18 in più rispetto alle 559 registrate nel pari periodo del 2023, otto in più rispetto al 2022, 22 in meno sul 2019, 139 in meno sul 2020 e 100 in meno sul 2021. Rapportando il numero dei casi mortali agli occupati Istat nei vari periodi (dati provvisori), si nota come l’incidenza scenda da 2,59 decessi denunciati ogni 100mila occupati Istat del 2019 a 2,40 del 2024 (-7,3%), mentre aumenta dello 0,8% rispetto al 2023 (da 2,38 a 2,40).
Per quanto riguarda le denunce di infortunio si registra una salita più contenuta (+1,7%) con 350.823 eventi, con aumento più rilevante per gli incidenti avvenuti nel tragitto casa-lavoro. L’incidenza sul totale degli occupati Istat (dati provvisori) è in calo rispetto al 2019 sia per gli infortuni (-10,6%) sia per i decessi (-7,3%), mentre rispetto al 2023 è -0,4% per i primi e +0,8% per i secondi. In aumento del 22,6% le patologie di origine professionale denunciate, pari a 54.471.