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Roberto Baggio e le foto delle cicatrici degli infortuni. Il suo messaggio: “Più forte è l’oppressione, maggiore è la determinazione”

“Più forte è l’oppressione dall’esterno, maggiore è la determinazione necessaria per far emergere le proprie capacità: questo è lo spirito della gioventù”. Poche parole e una sola frase: tanto basta a Roberto Baggio per ritornare sui social in grande stile. Lasciatosi alle spalle la vicenda della rapina in villa – dello scorso 20 giugno durante Italia-Spagna –, il Divin Codino ha condiviso una foto con le cicatrici di una delle tanti operazione alle ginocchia alle quali si è dovuto sottoporre durante la carriera. L’insegnamento di Baggio lasciato sui social non è suo ma prende spunto da Daisaku Ikeda, maestro e guida spirituale della Soka Gakkai, di cui l’ex calciatore è membro da tempo.

I social si scatenano
“Se penso a cosa sei stato praticamente senza ginocchia….non oso immaginare cosa avresti potuto fare integro! Miglior giocatore italiano di sempre e per sempre!”; e poi: “Quelle gambe, ginocchia e soprattutto piedi lì, ci hanno fatto sognare“; e ancora: “Per ogni gioia che ci hai regalato, quelle cicatrici mostrano nitidamente il viatico che hai dovuto sopportare per regalarci ogni meravigliosa azione sul campo”. Questi sono solo alcuni dei commenti che stanno riempiendo il post condiviso dal Divin Codino su Instagram.

Era il 5 maggio 1985 quando Roberto Baggio si ruppe crociato anteriore, capsula, menisco e collaterale della gamba destra con la maglia del Vicenza contro il Rimini allenato da Arrigo Sacchi: “Un dolore impensabile, come se mi fosse scoppiato un ginocchio” aveva raccontato al Corriere della Sera. “Mi ha segnato per la vita e non mi ha mai lasciato. Quando mi sono svegliato dall’anestesia, e ho visto come era ridotta la gamba, mi sono sentito svenire. Avevano fatto un buco nella tibia, con il trapano, allora l’unico modo con il quale si poteva attraversare il muscolo. Piangevo tutto il giorno, non mangiavo. Ho perso 12 chili. Quando mi svegliai e vidi la mia gamba in quello stato dissi a mia madre che, se mi voleva bene, doveva ammazzarmi”. Poi, l’operazione al menisco destro prima di Usa ’94 e, infine, nel febbraio 2002 la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro e lesione del menisco interno con il Brescia.