È stato nuovamente interrogato il 17enne che ha ucciso padre, madre e fratello di 12 anni a PadernoDugnano, nel Milanese. Il ragazzo ha parlato di una sorta di atto di “emancipazione”, inquadrando in qualche modo meglio rispetto al primo interrogatorio le ragioni del gesto. L’indagato, che sarà interrogato dal giudice per le indagini preliminari giovedì alle 10.30, avrebbe fornito un quadro più preciso del suo “malessere” e della sua volontà di essere “libero” anche dalla famiglia, anche se non “imputa” a genitori e fratello fatti specifici. “Non mi riesco a dare una spiegazione, non avevo intenzione di uccidere, sono molto dispiaciuto, quel disagio lo covavo da tempo con pensieri di morte, ma non pensavo di uccidere la mia famiglia, questa cosa l’ho pensata quella sera”.

Stando a quanto riferito, il secondo interrogatorio di oggi durato un paio di ore al carcere minorile Beccaria, dopo quello di due giorni fa con la confessione, è stato disposto dai pm della Procura per i minori per chiarire alcuni dettagli in relazione alla dinamica della strage, avvenuta verso le 1.55, agli spostamenti all’interno dell’abitazione e agli orari. Dettagli anche relativi alle ore dopo i festeggiamenti che c’erano stati quella sera per il compleanno del padre del ragazzo.

L’avvocato Amedeo Rizza ha spiegato che il giovane, anche nell’interrogatorio di convalida davanti al gip (non ancora fissato, ma che dovrebbe essere domani) “continuerà a ricostruire tutti questi dettagli”. I pm oggi gli hanno chiesto ancora il “perché” e il ragazzo ha continuato a dire che non riesce a spiegarselo. Il “disagio”, ha riferito il legale, “lo covava da tempo, ma il pensiero di uccidere i familiari l’ha maturato quella sera”. Secondo la difesa, anche alla luce di queste dichiarazioni deve cadere l’aggravante della premeditazione. “Per noi non c’è premeditazione – ha detto il legale – Preciseremo questi aspetti. Non è vero che ci pensava da giorni”.

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