Decine di lavoratori si sono trovati sotto al ministero delle Imprese e del Made in Italy per chiedere garanzie sui propri posti di lavoro, dopo la minaccia da parte di Seri Industrial (Gruppo Civitillo) del trasferimento coatto – un “licenziamento collettivo“, secondo i sindacati – da Bologna a Flumeri (Avellino) per 77 lavoratori di Industria italiana autobus (ex Bredamenarini). Una procedura aperta lo scorso 2 agosto e poi congelata, tra proteste sindacali e richieste istituzionali, oggi nuovamente stoppata, al di là delle intenzioni dell’azienda, nel corso di un nuovo vertice a Roma tra governo, l’azienda stessa e le rappresentanze di Fim, Fiom, Uilm, Fismic e Ugl.

“Su richiesta sindacale e su intervento sia del Mimit sia della Regione Emilia Romagna, è stata oggi bloccata la volontà di riaprire la procedura di trasferimento della produzione da Bologna a Flumeri. Partirà un confronto con la nuova proprietà di Iia prima in sede locale, poi di nuovo a livello nazionale dal 16 settembre”, rivendicano i sindacati, precisando come la nuova proprietà volesse andare avanti con il trasferimento dei lavoratori, quindi con “il loro implicito licenziamento”.

Fuori dal ministero, invece, la protesta dei lavoratori dei due stabilimenti che rivendicavano risposte: “Sono trent’anni che lavoro in quest’azienda, l’ho vista lentamente morire, invece che crescere. Prima eravamo 700, ora poco più di 100. Il 2 agosto siamo rimasti senza parole. A quest’età, con figli e genitori a carico che hanno bisogno di assistenza, sarebbe impossibile spostarsi. Significherebbe licenziarci”, c’è chi spiega. “Per fortuna, grazie alla solidarietà tra lavoratori e alla nostra battaglia, abbiamo stoppato questa procedura. Ma non sono fiducioso, temo sia solo questione di tempo”, temono altri.

Da Flumeri una rappresentanza di lavoratori si è mostrata solidale: “Siamo venuti fino a Roma perché la stessa sorte potrebbe toccare domani a noi. Siamo uniti nella lotta sindacale”. C’è scarsa fiducia però nel progetto di Seri Industrial: “Già in passato avevamo mostrato le nostre perplessità. L’azienda non doveva essere svenduta dal pubblico. Ora vogliamo conoscere quale sia il piano industriale, deve essere credibile”, rivendica Maurizio Muzzicato (Rsu Iia Bologna, Fiom Cgil). E ancora: “Noi a Flumeri non andremo, da Bologna non ce ne andiamo. Questa mobilitazione è stata necessaria per non far chiudere un’azienda che ha più di cento anni”.

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