Gli Stati Uniti sono vicini a un accordo per fornire all’Ucraina missili a lungo raggio per gli F-16 che potrebbero raggiungere in profondità la Russia. L’anticipazione è dell’agenzia Reuters, che ha avuto conferma da tre fonti nell’amministrazione Biden. I sistemi d’arma forniti dovrebbero essere gli AGM-158 Jassm, o Joint Air-to-Surface Standoff Missiles, razzi aria-terra da crociera a bassa osservabilità in dotazione all’aviazione statunitense.

Una decisione definitiva non c’è ancora, ma è l’annuncio dovrebbe arrivare entro l’autunno, quindi prima delle elezioni presidenziali di novembre. Kiev, tuttavia, dovrà attendere diversi mesi prima di ricevere concretamente i razzi. Ci sono infatti alcuni “problemi tecnici” da risolvere.

Proprio ieri il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha dichiarato di non avere intenzione di cambiare le regole di fornitura attuali: “Ho detto chiaramente quello che sosteniamo e quello che non sosteniamo”, ha detto rispondendo a una domanda. Ma nella sua amministrazione c’è evidentemente chi ha cambiato idea.

Varsavia oltre i limiti Nato: “Un dovere abbattere missili russi” – La Polonia e gli altri Paesi confinanti con l’Ucraina hanno il “dovere” di abbattere i missili russi prima che entrino nel loro spazio aereo, nonostante la Nato sia contraria. Lo ha detto il ministro degli Esteri polacco, Radosław Sikorski in un’intervista al Financial Times, sostenendo che Varsavia ha l’obbligo di garantire la sicurezza dei propri cittadini a prescindere dal timore che le intercettazioni sul territorio ucraino possano coinvolgere l’Alleanza atlantica nella guerra russa contro l’Ucraina. Il motivo è il noto articolo 5 del Trattato, che impone, in caso di risposta russa contro un Paese membro, l’intervento di tutti gli Alleati e quindi una guerra frontale con Mosca.

“L’adesione alla Nato non esclude la responsabilità di ciascun Paese di proteggere il proprio spazio aereo: è un nostro dovere costituzionale – ha detto Sikorski – “Personalmente sono dell’idea che, quando missili ostili sono in procinto di entrare nel nostro spazio aereo, sarebbe legittima l’autodifesa (colpirli) perché una volta che attraversano il nostro spazio aereo, il rischio che i detriti del razzo feriscano qualcuno diventa significativo”.

“L’Ucraina ci ha risposto: fate pure”, ha assicurato il ministro polacco al FT. Varsavia e Kiev hanno siglato un accordo bilaterale di sicurezza che prevede l’impegno delle Parti a esaminare “la fattibilità di un’eventuale intercettazione nello spazio aereo ucraino di missili e droni lanciati in direzione del territorio polacco”. Una clausola che non era piaciuta al segretario generale uscente della Nato Jens Stoltenberg, pure non esattamente una “colomba”, perché è molto alto il rischio che questa attività possa trascinare l’Alleanza nel conflitto. Il 26 agosto scorso, la Polonia ha denunciato che un drone aveva attraversato il suo territorio. Non è stato identificato da dove provenisse e non è stato abbattuto, ma si pensava fosse di origine russa. Ma in passato su Varsavia sono caduti anche rottami di missili ucraini, che hanno ucciso due polacchi.

Missili russi su Poltava: “47 morti”. Zelensky: “La feccia russa pagherà” – Un attacco missilistico città ucraina di Poltava, a nord di Dnipro e a est di Kharkiv, ha causato almeno 41 morti e 180 feriti, secondo la denuncia dell presidente Volodymyr Zelensky. Sua moglie Olena Zelenska ha aggiornato il bilancio al rialzo, parlando di “47 morti e 206 feriti”. Secondo la ricostruzione, i missili balistici, ad alta velocità, hanno colpito l’Istituto di Comunicazione e un vicino ospedale poco dopo l’allarme aereo, mentre le persone ancora si stavano dirigendo verso i rifugi. “La feccia russa pagherà sicuramente per questo attacco”, ha scritto Zelensky. Lunedì notte altri raid russi su Zaporizhzhia e Dnipro hanno ucciso tre persone, tra cui un bambino.

Russi: “distrutta una colonna ucraina nel Kursk” –Il ministero della Difesa di Mosca, invece, ha dichiarato di aver distrutto una colonna di mezzi militari e soldati ucraini nella regione russa di Kursk.
“L’avanzata della colonna delle forze armate ucraine è stata fermata – si legge nel comunicato –. I militari dell’810ma brigata marina delle guardie separate del gruppo di forze della flotta del Mar Nero settentrionale hanno distrutto una colonna di veicoli militari delle forze armate ucraine nella regione di confine di Kursk”.

La visita di Putin in Mongolia – Intanto il presidente russo Vladimir Putin è arrivato in Mongolia per una visita ufficiale. Lo ha accolto il presidente mongolo Ukhnaagiin Khurelsukh, con guardia d’onore e guardie a cavallo in uniforme Nella sua visita Putin è accompagnato da una delegazione che comprende, tra gli altri, il vicepremier Alexei Overchuk, e i ministri di Esteri, Sport, Trasporti, Energia e Risorse naturali. La visita sfida apertamente il mandato di arresto internazionale emesso l’anno scorso nei confronti del presidente russo dalla Corte penale internazionale per la deportazione illegale di bambini ucraini durante il conflitto. La Mongolia ha riconosciuto da poco il mandato del tribunale dell’Aia, ma non ha dato esecuzione al mandato, nonostante le richieste di Kiev.

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