Mentre infuria lo scontro tra l’opposizione e il governo per il mandato di arresto emesso dalla Procura contro l’ex candidato dell’opposizione alla presidenza venezuelana, Edmundo González Urrutia. Il presidente del Venezuela Nicolás Maduro, la cui elezione è stata pesantemente contestata dall’opposizione e da diversi paesi e dall’Onu – ha annunciato lunedì sera “l’anticipo del Natale al primo ottobre” in diretta televisiva durante il suo programma settimanale ‘Con Maduro +’, assicurando che niente e nessuno impedirà la pace nel Paese sudamericano. “Il Natale inizia per tutti il primo ottobre e quest’anno è arrivato con la pace, la gioia e la sicurezza”, ha detto dichiarato il presidente, in carica dal 2013. Già in passato Maduro aveva anticipato il Natale, lo scorso anno al primo novembre, ma mai così presto come quest’anno.

L’annuncio giunge nel mezzo di una crisi politica che il Venezuela attraversa dalle elezioni presidenziali del 28 luglio scorso. Contestato dall’opposizione, il voto ha scatenato le proteste, causando l’arresto di oltre 1.700 persone e 24 morti. “I venezuelani e il mondo intero guardano con indignazione a un regime che non è stato in grado di pubblicare, nei tempi previsti dalla legge, nemmeno un documento ufficiale a sostegno del risultato fraudolento annunciato dal Consiglio elettorale nazionale, ma che è capace di emettere in pochi minuti un mandato di arresto contro il vincitore delle elezioni presidenziali”, si legge in una nota dell’opposizione.

“Ciò dimostra che il regime intende continuare a violare l’esercizio della sovranità popolare espressa il 28 luglio a favore del cambiamento politico nel Paese. Questo mandato di arresto illegale contro il presidente eletto dalla maggioranza del popolo venezuelano è anche contro gli oltre 8 milioni di venezuelani che hanno votato per lui”, prosegue il comunicato. “Qualsiasi persecuzione ci troverà uniti, fermi e articolati in difesa della stragrande maggioranza che si è espressa il 28 giugno – si conclude nel comunicato -. Al popolo venezuelano e alla comunità internazionale, restiamo fermi e uniti in difesa della volontà espressa il 28 luglio. Non c’è persecuzione o terrorismo di Stato che possa nascondere la verità”.

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