Politica

Caso Sangiuliano, Boccia pubblica le mail sulla nomina e sui biglietti aerei. La telefonata col funzionario: “Il ministro ha firmato il decreto”

Maria Rosaria Boccia gioca la sua “arma fine di mondo”. E lo fa, ancora una volta, su Instagram. Nella notte, la donna dello scandalo che ha travolto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha pubblicato una nuova serie di stories sul suo profilo social, capaci di smentire la versione fornita finora dall’ex direttore del Tg2 […]

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Maria Rosaria Boccia gioca la sua “arma fine di mondo”. E lo fa, ancora una volta, su Instagram. Nella notte, la donna dello scandalo che ha travolto il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha pubblicato una nuova serie di stories sul suo profilo social, capaci di smentire la versione fornita finora dall’ex direttore del Tg2 e presa per buona dalla premier Giorgia Meloni. L’imprenditrice 41enne posta innanzitutto lo screenshot di una mail datata 10 luglio, in cui Alessandro Ferrari, funzionario del gabinetto del ministro, scrive: “Gent.ma dott.ssa Boccia, dando seguito a quanto anticipato per le vie brevi poco fa, le allego i contatti miei e del mio collega per qualsiasi esigenza legata alla sua nomina quale consigliere del ministro per i grandi eventi“. Nomina che, secondo quanto affermato da Sangiuliano in una lettera alla Stampa, è stata solo valutata ma mai formalizzata per evitare “situazioni di conflitto di interesse” non meglio specificate. Allo screenshot si accompagna la registrazione di una telefonata con l’altro funzionario ministeriale citato nella mail, Antonio Mazza, da cui sembra di capire che l’incarico, invece, sia stato ufficialmente affidato con un decreto firmato dal ministro. La donna infatti dice: “È arrivato il decreto, il ministro l’ha firmato…“. E Mazza risponde: “Sì, sì sì, l’abbiamo visto” (audio).

Nelle stories, poi, compare quella che sembra la prova delle bugie del ministro sull’aspetto più dibattuto della vicenda. Sangiuliano ha ripetuto che “mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Boccia”. Una rassicurazione fornita anche alla presidente del Consiglio, che l’ha riportata in un’intervista tv. Ora la 41enne di Pompei pubblica una mail del 15 luglio ricevuta da Narda Frisoni, capo segreteria del ministro, con oggetto “voli Sangiuliano/Boccia” e in allegato alcuni file pdf nominati “carta d’imbarco Sangiuliano” e “carta d’imbarco Boccia“. Difficile, a questo punto, pensare che i voli in questione non siano stati pagati dal ministero.

Le nuove rivelazioni – se autentiche – mettono con le spalle al muro Sangiuliano, che è assediato dalle richieste di dimissioni e martedì, in un’ora e mezza di colloquio ad altissima tensione a palazzo Chigi, è riuscito a resistere solo garantendo a Meloni di aver sostenuto di persona tutte le spese della donna (con tanto di scontrini). Versione ribadita anche in alcune dichiarazioni pubblicate dalla Stampa: le prenotazioni dei viaggi di Boccia “non le ha fatte la segreteria del ministero, ma io direttamente dal pc o dall’Ipad”, ha detto. Ancora prima che il quotidiano arrivasse nelle edicole, l’affermazione era già stata smentita dagli screenshot della sua ex collaboratrice. Nello stesso articolo, Sangiuliano ammette il suo rapporto sentimentale con Boccia: “È il motivo per cui abbiamo bloccato la sua nomina come consigliera. Aveva il curriculum e le carte in regola per svolgere quel ruolo, ma quando la nostra reciproca stima professionale è diventata un fatto privato, io per primo ho ritenuto di dover fermare tutto. Dovrebbero applaudirmi per questo”.

Le opposizioni incalzano: “Può un ministero come quello della cultura e un intero governo essere ostaggio dei post sui social di una privata cittadina che puntualmente smentisce e getta ombre sulle dichiarazioni di Gennaro Sangiuliano? Può un Paese come l’Italia vedere le sorti di un esponente del suo governo essere appese ad una soap opera di serie B la cui trama è infarcita ogni giorno della crescente cialtroneria del suo protagonista?”, attacca il M5s con i capigruppo nelle commissioni Cultura di Camera e Senato, Antonio Caso e Luca Pirondini. “Può una presidente del Consiglio che si rispetti, in un momento tanto cruciale per il Paese e con dossier delicatissimi di cui occuparsi, spendere il suo tempo appresso agli aggiornamenti del canale social di Maria Rosaria Boccia da Pompei? Visto che fino adesso Meloni e Sangiuliano continuano a tergiversare, glielo diciamo noi: no, non è possibile. Gennaro Sangiuliano deve venire il prima possibile in Parlamento a chiarire tutto: non bastano le lettere ai giornali e i colloqui privati con Giorgia Meloni. È in gioco il prestigio di quelle istituzioni che ogni giorno stanno calpestando“, concludono.