È stato soprannominato lo scandalo dell’estate italiana della politica. Il caso di Maria Rosaria Boccia si è abbattuto come una tempesta sul ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, coinvolgendo il governo e creando disagi anche alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Una vicenda nata pochi giorni dopo Ferragosto da un post sui social della diretta interessata, una figura sconosciuta ai più fino a quel momento.
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Il post su Instagram – È il 26 agosto quando la 41enne nativa di Pompei posta sul suo profilo Instagram una foto mentre posa sorridente accanto a Sangiuliano: “Grazie al Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano per la nomina a Consigliere del Ministro per i Grandi Eventi“, scrive Maria Rosaria Boccia. Un’affermazione che provoca l’attenzione della stampa: chi è questa nuova consigliera di Sangiuliano? Su Instagram dichiara di essere presidente di “Fashion week Milano moda” e subito dopo viene diffidata dalla Camera Moda perché “quel marchio non può essere usato da nessun altro”. Boccia è diplomata periniversità telematica Pegaso nel 2023. Sul suo profilo Linkedin compaiono eventi organizzati e progetti legati alla nutrizione e alla dieta mediterranea, nel 2024 cita un incarico da docente all’Università Federico II di Napoli. Ma è sempre su Instagram che si notano tantissimi selfie nei mesi precedenti con Sangiuliano: da Rimini, a Pompei, alla Pinacoteca di Brera, a Sanremo, a Montecitorio. Foto durante sopralluoghi, incontri ufficiali, eventi ma anche seduti insieme a tavola con lo sfondo del mare di Taormina.
La smentita del ministero – Per evitare polemiche, dallo staff del ministro arrivano immediate le smentite: “Quella nomina non esiste, la dottoressa Boccia cerca di accreditarsi senza averne motivo“. Intanto la bomba è scoppiata. I partiti di opposizione chiedono chiarimenti: il Pd presenta un’interrogazione parlamentare, sollevando dubbi sulla possibile “gestione opaca degli incarichi fiduciari del ministro”, mentre Italia viva punta il dito contro quel “curriculum di Maria Rosaria Boccia” che “risulta palesemente carente sia rispetto alle tematiche di interesse del dicastero in indirizzo, sia rispetto all’organizzazione di grandi eventi in generale”. Dall’opposizione viene anche evidenziato come la presenza della 41enne accanto al ministro appare costante anche in occasione di eventi ufficiali, “facendo sorgere interrogativi circa il suo ruolo e le sue responsabilità“.
Boccia difende il ministro – La polemica è ormai al centro del dibattito politico, ma Boccia non sta in silenzio e si sfoga su Instagram difendendo inizialmente Sangiuliano contro “questo inutile accanimento“. Ribadisce comunque che la nomina è stata firmata: “Ad oggi il Decreto di nomina a Consigliere del Ministro “Grandi Eventi” (a titolo gratuito) è stato firmato dal Ministro ed attendiamo la ratifica della nomina. Una volta ratificata il Ministro, poiché è un incarico fiduciario, può decidere in qualsiasi momento di revocarla e non penso debba interessare nessuno se non i diretti interessati”, sottolinea. Mentre fonti del ministero continuano a smentire l’esistenza della nomina (che, in effetti, non è presente nel sito del dicastero) Dagospia pubblica uno scatto inedito dello scorso luglio quando Sangiuliano “si concedeva un bagno di sole con l’influencer-stilista a Polignano a Mare, in Puglia. I due, entrambi ospiti del Festival ‘Il libro possibile’, ascoltavano un po’ distratti un’intemerata di Cruciani spaparanzati su delle sdraio”, si legge sul sito diretto da Roberto D’Agostino. Lei, intanto, replica alle smentite del ministero rispostando le foto con Sangiuliano quasi a dimostrare che era parte integrante della sua struttura: era al suo fianco anche nei sopralluoghi e negli eventi istituzionali.
Le mail sul G7 Cultura – La vicenda si complica quando La Stampa, il primo settembre, rivela che Boccia sarebbe stata messa in copia anche in alcune delle mail organizzative scambiate tra i dirigenti del ministero e quelli del parco archeologico di Pompei per organizzare il G7 della Cultura, previsto per il 20 settembre. Comunicazioni che conterrebbero questioni sensibili, come quelle riguardanti la sicurezza, gli accessi e gli spostamenti dei ministri durante il summit. Poche ore dopo è Dagospia a pubblicare lo screenshot di una di quelle mail, con Maria Rosaria Boccia unica “outsider” tra i destinatari. Nella missiva si faceva riferimento a dove sarebbero stati allestiti concerto e cena riservata agli ospiti, si parla di un possibile “piano” in caso di pioggia, che prevede l’utilizzo dei portici, e poi si allega la “pianta dei possibili percorsi“. Tutte informazioni che, non manca di far notare Dagospia, dovrebbero essere riservate. Anche in questo caso insorgono i partiti di opposizione: “Se la notizia fosse confermata saremmo davanti a una grave falla del sistema di sicurezza di un importante appuntamento internazionale”, incalza la deputata dem Irene Manzi. Intanto voci di palazzo parlano di acque sempre più agitate in casa Meloni, tanto che la premier avrebbe chiesto al ministro della Cultura una relazione scritta sulla vicenda.
Interviene Meloni – La presidente del Consiglio vuole chiudere l‘affaire Sangiuliano. E ci prova durante la sua prima intervista dopo le vacanze estive. Meloni non scarica il suo ministro (almeno non lo fa pubblicamente) e assicura di avere parlato con Sangiuliano che le ha garantito “che questa persona non ha avuto accesso ad alcun documento riservato particolarmente sul G7 e soprattutto mi garantisce che non un euro dei soldi pubblici degli italiani è stato speso per questa persona”. Meloni spiega che il ministro “aveva valutato la possibilità di dare a questa persona un incarico di collaborazione non retribuito. Poi ha fatto scelta diversa e ha deciso di non dare quell’incarico, per chiarire alcune questioni”. Il resto, commenta la premier, “è gossip” e “lo lascio ad altri”.
La controreplica di Boccia – Vicenda chiusa? Tutt’altro. Maria Rosaria Boccia non se ne sta con le mani in mano e – meno di un’ora dopo l’intervista di Meloni – pubblica l’ennesimo post su Instagram in cui tagga il profilo della stessa presidente del Consiglio: posta in sequenza le sue parole a Rete 4 e due pagine di quello che sembra un documento ufficiale del summit, con l’intestazione “Riunione dei ministri della Cultura del G7 – Napoli, 19-21 settembre 2024. Culture: global public good, global responsibility“. Nelle immagini, però, si legge solo il titolo “Sessioni di lavoro (4 sessioni da 1 ora ciascuna)” mentre tutto il resto è oscurato. Non è possibile quindi dire con certezza se il documento sia davvero “riservato” e se, quindi, quanto “garantito” dal ministro sia falso. Boccia però ci tiene a difendere la sua onorabilità: “Questa persona ha un nome, un cognome e un titolo”, scrive, evidentemente infastidita dal fatto di essere stata citata dalla premier con quella espressione.
Le parole di Sangiuliano “demolite” dalla sedicente consulente – Anche l’intervento della presidente del Consiglio non appare risolutivo. Questa volta scende in campo lo stesso Sangiuliano che in una lettera a La Stampa ribadisce che “mai un euro del ministero, neanche per un caffè, è stato impiegato per viaggi e soggiorni della dottoressa Boccia”, la quale “non ha mai preso parte a procedimenti amministrativi” e, per quanto riguarda le riunioni in vista del G7 della cultura a Pompei, non sarebbe mai stata presente a occasioni di “carattere istituzionale”. Il ministro ammette di aver in effetti valutato di nominare Boccia propria consigliera a titolo gratuito dopo averne constatato “le competenze professionali e organizzative”, salvo decidere di soprassedere “comunicandolo formalmente” dopo che il Gabinetto ha sollevato la “possibilità ancorché meramente potenziale di situazioni di conflitto di interesse”. Un aspetto, quest’utlimo, non meglio specificate. Ma la 41enne ha immediatamente demolito, sempre via Instagram, tutti i punti della ricostruzione. Boccia assicura: “Io non ho mai pagato nulla. Mi è sempre stato detto che il Ministero rimborsava le spese dei consiglieri, tant’è che tutti i viaggi sono stati organizzati dal Capo segreteria del Ministero”. E punta il dito contro la presunta “talpa” di questa vicenda. Sembra fare riferimento a una donna e a una registrazione quando scrive: “Siamo sicuri che la nomina non ci sia stata? A me la voce che chiedeva di strappare la nomina sembrava femminile…la riascoltiamo insieme?“. La posizione del ministro della Cultura si fa sempre più scivolosa e nel pomeriggio di martedì per lui è arrivata anche la convocazione a Palazzo Chigi: a Meloni ha riconfermato quanto le aveva già detto, fa sapere. Ma la storia non è affatto chiusa.