di Chiara Caprio, responsabile relazioni istituzionali

Oggi pubblichiamo immagini terribili che abbiamo raccolto assieme all’associazione svizzero-tedesca Animal Welfare Foundation e che mostrano le condizioni degli animali che vengono trasportati fuori dai confini dell’Unione Europea. Ogni anno da qui vengono esportati oltre 160 milioni di animali e di questi più di 5 milioni sono ovini, bovini e suini.

È la prima volta che Essere Animali pubblica un’indagine di questo tipo. Siamo stati in Croazia, nel porto vicino alla città di Trget, sul fiume Rasa, dove abbiamo filmato lo scarico dai camion e il carico sulle navi degli animali. Lungo il percorso tra camion e nave, animali che hanno sopportato viaggi lunghi ed estenuanti vengono obbligati ad avanzare a colpi di bastone o tramite taser elettrico. Alcuni ovini zoppicanti vengono trascinati a bordo per una zampa, patendo ulteriore stress e sofferenze.

Il viaggio non è una crociera e avviene a bordo di navi che spesso battono bandiera nera, un’indicazione di imbarcazioni pericolose per la sicurezza marittima, gli scarti veri e propri del settore delle navi. Questi animali sono costretti a viaggi che durano anche diversi mesi e molti di loro non raggiungono vivi il porto di destinazione: muoiono sulle navi e i loro corpi vengono gettati in mare senza codici di riconoscimento, per occultarne il decesso.

Insieme ad Animal Welfare Foundation abbiamo poi filmato lo scarico degli animali e il trattamento che subiscono nei macelli di Libia e Libano, dove viene loro tagliata la gola senza stordimento e quindi con gravi sofferenze. In diverse occasioni viene documentato che la macellazione avviene senza la presenza di veterinari, e anche quando sono presenti non fanno nulla per evitare crudeltà e sofferenze agli animali.

Ci sono anche immagini che mostrano tonnellate di carcasse di animali non trattate e altamente inquinanti, diverse di provenienza europea, abbandonate illegalmente all’interno di enormi discariche a cielo aperto, che contaminano acqua e suolo e che si trovano vicino alle coste, alle città, a fiumi e a campi di rifugiati di Libano e Libia. Secondo le indagini condotte da Animal Welfare Foundation, diverse società che gestiscono questi siti ricevono fondi dall’Ue, anche nell’ordine delle decine di milioni di euro.

La Commissione europea ha riconosciuto nella nuova proposta la necessità di passare dal trasporto di animali vivi al commercio di carne e carcasse, ma ora bisogna rendere questa proposta concreta. Quello che Essere Animali e Animal Welfare Foundation hanno documentato è assolutamente inaccettabile e oggi, con la riforma proposta dalla Commissione, l’Ue fallirebbe comunque nel punto più importante: garantire una legislazione ambiziosa e corretta, che regoli davvero il trasporto di animali, vietando completamente il trasporto verso paesi extra europei.

Esistono molte alternative a questa crudele tratta e chiediamo che i nostri eurodeputati, eletti dai cittadini europei per fare la differenza, nonché la Commissione stessa, agiscano per garantire che questi orrori diventino presto solo un ricordo del passato. Firma la petizione per fermare le sofferenze degli animali nei trasporti.

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