“Hanno impiegato almeno 20 minuti per provare a rianimarlo ma era già irreversibile. I medici ci hanno spiegato che il virus si era depositato nel cuore. Poi, con lo stress della partita e il ritmo elevato si è generata l’aritmia. Ce lo hanno confermato i cardiologi e i neurologi”. Emergono nuovi dettagli sul decesso di Juan Manuel Izquierdo, difensore del Nacional Montevideo, morto a 27 anni il 27 agosto per un arresto cardiorespiratorio accusato in campo durante gli ottavi di finale di Copa Libertadores che la sua squadra stava disputando contro i brasiliani del San Paolo. Il difensore, dopo essere collassato durante la partita, era stato ricoverato in terapia intensiva, dove poi è morto. Ma secondo la madre Sandra, che ha parlato a Sport 890, “Non è morto successivamente all’arrivo in ospedale è arrivato già morto all’ospedale Albert Einstein”. Sui motivi che hanno portato all’aritmia improvvisa la madre di Izquierdo aggiunge: “I medici hanno studiato il caso e ci hanno detto che aveva preso un virus. Lo sapevano, tanto che Juan si era lamentato di avere alcune ghiandole gonfie“. Il difensore era sceso in campo comunque.

Izquierdo ha accusato il malore all’83’, in un momento in cui si trovava lontano dall’azione: è stato prima soccorso e rianimato con un defibrillatore sul terreno di gioco dai medici di entrambe le squadre, poi ricoverato in terapia intensiva. La gara è stata inizialmente sospesa e poi portata a termine (e vinta 2-0 dai padroni di casa).

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