I giornalisti sono in sciopero? E allora l’editore usa un service per far uscire comunque il settimanale in edicola. È quanto denunciano i redattori de L’Espresso, al termine dell’assemblea di redazione parlando di un “grave attacco al diritto di sciopero sancito dalla Costituzione, che configura i profili di un’azione antisindacale”. Il tentativo, continuano i cronisti dello storico settimanale, è “ancora più grave in quanto espressione di una concezione delle relazioni sindacali del tutto estranea alla storia e alle tradizioni de L’Espresso, testata che si è sempre battuta per il rispetto dei diritti dei lavoratori e per la democrazia nei luoghi di lavoro”.
L’assemblea, scrivono ancora, “continua la sua battaglia per un giornalismo libero e democratico, per relazioni sindacali improntate al rispetto reciproco e difenderà in ogni forma possibile i diritti dei giornalisti e di un giornalismo indipendente, da diverso tempo sempre più sotto attacco da parte dei centri di potere economico e politico”. In sostanza, il prossimo numero del giornale potrebbe andare in edicola senza che alcun giornalista della testata abbia firmato un pezzo. Lo sciopero era stato proclamato il 2 settembre con l’obiettivo dichiarato di non far uscire il giornale. Una protesta che si inserisce in uno stato di agitazione che prosegue da parecchio tempo. La decisione di sospendere le attività è stata presa per effetto dello “sconcerto – si legge in un comunicato pubblicato sul sito dello storico settimanale – per le scelte dell’editore e del direttore e forte preoccupazione per le ultime comunicazioni ricevute”.
In particolare, l’assemblea ha denunciato “i mancati rinnovi dei contratti a termine, l’assenza di un piano editoriale, il massiccio utilizzo di collaboratori esterni, la confusione per lo sviluppo sul web e il giudizio sprezzante” sulla redazione definita “sovradimensionata” e “sproporzionata”. Dal 31 maggio il direttore della testata è EmilioCarelli, ex vicedirettore del Tg5, ex direttore di TgCom e di SkyTg24, ex parlamentare del M5s. L’Espresso – settimanale fondato da Eugenio Scalfari che ha fatto la storia del giornalismo italiano – nel 2022 è stato ceduto da Gedi a DaniloIervolino, che a sua volta nel dicembre scorso ha venduto il giornale a DonatoAmmaturo, titolare di una società petrolifera (Ludoil).
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La Redazione
Roma, 4 set. (Adnkronos) - "Il rapporto affettivo" con Maria Rosaria Boccia "è iniziato un po' di tempo dopo la nostra conoscenza, ci siamo conosciuti a inizio maggio, a fine luglio il rapporto era finito". Potrebbe uscire qualcosa di compromettente? "Sicuramente potrebbero uscire le chat relative alla nostra relazione affettiva, ma questo secondo me sarebbe un reato". Così Gennaro Sangiuliano al Tg1.
Roma, 4 set. (Adnkronos) - Sono stati violati documenti riservati del G7? "Assolutamente no. Del G7 sono stati diffusi aspetti marginali, ma nessun documento classificato o riservato". Così il ministro Gennaro Sangiuliano al Tg1. "Dopo l'intervento della premier da Del Debbio" Maria Rosaria Boccia "ha postato dei documenti che a noi sembrano il programma dell'evento, orari di ingresso o del pranzo. È solo un programma che per altro era già stato pubblicato da Repubblica".
Roma, 4 set. (Adnkronos) - "Voglio precisare un'altra cosa: una nomina del genere si perfeziona con l'invio all'Ufficio centrale di Bilancio. Questo invio non è stato non è stato mai fatto, non è mai avvenuto, non esiste un protocollo che certifichi l'invio all'Ufficio centrale di Bilancio". Così il ministro Gennaro Sangiuliano al Tg1.
Roma, 4 set. (Adnkronos) - "La nomina non c'è stata e quanto alla voce" femminile, a cui fa riferimento Maria Rosaria Boccia, e che invitava a interrompere la nomina, "io ricordo che in una discussione con mia moglie, lei mi diceva di interrompere ogni rapporto con questa persona, anche di tipo lavorativo. La voce potrebbe essere di mia moglie. Io non ho ascoltato questo conversazione". Così il ministro Gennaro Sangiuliano al Tg1.
Roma, 4 set. (Adnkronos) - "Io ho conosciuto la dottoressa Boccia all'inizio della campagna elettorale delle europee a un evento di Fdi a Napoli, mi è stata presentata da amici comuni. E' nata un'amicizia personale e lì io ho riscontrato alcune doti organizzative e mi è venuta l'idea di nominarla a titolo gratuito come consigliere dei Grandi eventi". Così il ministro Gennaro Sangiuliano al Tg1.
"Poi -aggiunge- questo rapporto da amicizia è diventato un rapporto sentimentale. Io ho portato avanti la nomina ma poi mi sono consigliato con amici legali e il mio capo di gabinetto che mi hanno fatto notare che tutto ciò poteva configurare un potenziale conflitto di interessi e allora ho mandato una mail al capo di gabinetto nella quale lo invitavo a interrompere il percorso di nomina della dottoressa Boccia per potenziale per conflitto interessi".
Roma, 4 set. (Adnkronos) - "Il ministro Sangiuliano ha appena dichiarato di aver presentato le dimissioni, ma è stata la premier Meloni a respingerle. Se ciò fosse confermato, ci troveremmo ancora una volta di fronte a una premier responsabile di questo degrado istituzionale, per la copertura che ha offerto ai suoi ministri coinvolti in situazioni assolutamente indifendibili, sia sul piano politico che per altre questioni". Così il portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli.
"Penso ai casi di Delmastro e Santanchè. Aspettiamo di sapere se la dottoressa Boccia abbia utilizzato mezzi e servizi dello Stato e a che titolo, e se, come da lei dichiarato, sia venuta a conoscenza delle mappe sulla localizzazione del G7 proposte durante numerose riunioni del ministero. A questo punto, è sempre più forte l’esigenza che sia l'autorità giudiziaria a chiarire questa vicenda."
Roma, 4 set. (Adnkronos) - "Conte oggi parla dell’incoerenza di Renzi, sembra una barzelletta. Ha governato con la destra, ha firmato i decreti immigrazione con Salvini”. Così Maria Elena Boschi risponde su giornalisti prima del dibattito alla Festa Nazionale dell’Unita di Reggio Emilia.
“Conte farebbe meglio a parlare di futuro perché se parla di passato viene fuori la sua doppia vita. Chi non sa decidere tra Trump ed Harris non è un progressista, è un populista!”
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