Media & Regime

Sallusti sul palco della festa del Pd si rifiuta di moderare. E sulla giustizia: “Tutti uguali davanti alla legge, ma un eletto è un po’ più uguale”

Il direttore de il Giornale, Alessandro Sallusti, sbarca alla festa nazionale dell’Unità di Reggio Emilia tra il gelo e l’indifferenza del popolo dem. Il tendone “Enrico Berlinguer” rimane deserto. Soltanto poche decine di persone partecipano al dibattito sulla Giustizia tra il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia e la deputata Debora Serracchiani. Secondo il programma della Festa, il direttore Sallusti dovrebbe moderare. “Ma come potrei essere un moderatore alla Festa dell’Unità? Sarei poco credibile” scherza Sallusti che lascia alla parlamentare dem il compito della moderazione. Il (poco) pubblico ascolta in silenzio. Niente fischi, ma nessun applauso per il direttore del Giornale. E quando Sallusti, nel ricordare “i due eroi della giustizia italiana”, al posto di citare Borsellino e Falcone, fa una gaffe e nomina Berlusconi si scatenano le risate. Sallusti parla di necessità di “carriere separate tra pm e giornalisti”, attacca il Csm e invoca lo scudo per i politici.
“Davanti alla legge siamo tutti uguali ma un eletto è un po’ più uguale degli altri”. Una posizione che secondo il presidente dell’Anm sarebbe “incostituzionale” mentre per Serracchiani “non c’è bisogno di avere paura della magistratura”. Dopo 64 minuti, il dibattito si conclude. Sallusti scende dal palco e si allontana verso l’auto privata. “Un giornalista così qui alla Festa dell’Unità, bisogna andare proprio male” scherza con lui un militante dem che lo riconosce mentre si avvia verso l’auto. “È il mondo al contrario” chiude Sallusti prima di ritornare verso casa.