Cronaca Nera

Sparatoria in pieno giorno tra capi ultras dell’Inter: morto il rampollo della ‘ndrangheta Antonio Bellocco. Ferito Andrea Beretta

Alla fine soldi e affari della curva Nord dell’Inter hanno portato all’inevitabile conseguenza: sangue per la strada e omicidio. È successo tutto mercoledì mattina poco prima delle 11 a Cernusco sul Naviglio, in via Besozzi, fuori dalla palestra Testudo, nota per essere luogo di ritrovo degli ultras nerazzurri. A essere ucciso è stato il 36enne […]

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Alla fine soldi e affari della curva Nord dell’Inter hanno portato all’inevitabile conseguenza: sangue per la strada e omicidio. È successo tutto mercoledì mattina poco prima delle 11 a Cernusco sul Naviglio, in via Besozzi, fuori dalla palestra Testudo, nota per essere luogo di ritrovo degli ultras nerazzurri. A essere ucciso è stato il 36enne Antonio Bellocco, erede del casato mafioso di Rosarno. L’omicida è Andrea Beretta, capo storico della curva Nord e già fedelissimo di Vittorio Boiocchi assassinato a sua volta il 29 ottobre 2022 sotto la propria abitazione alla periferia di Milano.

La dinamica, per quel che risulta in questo momento, sarebbe questa: Bellocco passa a prendere Beretta con la sua Smart. Tra i due – che martedì sera avevano giocato una partita di calcetto insieme ad altri ultras – inizia una discussione. A quel punto Bellocco – sempre all’interno della sua Smart – estrae la pistola e fa fuoco, ferendo all’anca Beretta che, a sua volta, si è scagliato contro il giovane boss uccidendolo con due coltellate alla gola.

Il leader della Nord è stato trasportato in ospedale, al San Raffaele, in codice giallo. Qui è stato operato e si trova in stato di fermo. “Mi sono solo difeso”, ha detto al suo avvocato Mirko Perlino ammettendo – nei fatti – di essere stato lui ad uccidere Bellocco. Sul luogo dell’omicidio è arrivato anche il pm della Dda milanese Paolo Storari, titolare già di una indagine sulle tifoserie e legata, tra l’altro, all’assassinio di Boiocchi.

Bellocco, figlio di Giulio, morto al 41 bis a Opera qualche mese addietro, era arrivato a Milano oltre un anno fa e aveva scelto come residenza il comune di Pioltello da sempre storica roccaforte del tifo organizzato nerazzurro e crocevia di affari mafiosi. Sposato con una figlia, grazie all’amicizia con Marco Ferdico, altro capo della Nord, Bellocco era entrato nella gestione del secondo anello verde. Il suo arrivo però, per quel che risulta, non era mai piaciuto allo stesso Beretta che vedeva come un rischio la presenza dell’erede della ‘ndrangheta a sua volta già condannato per mafia. Che Bellocco facesse parte del direttivo della Nord era cosa risaputa.