A poche ore dall’interrogatorio di garanzia perché risponda alle domande del giudice per le indagini preliminari, il 17enne accusato dell’omicidio premeditato di fratello, padre e madre parlando con il suo avvocato ha detto: “Io non ho riflettuto, perché se avessi riflettuto non lo avrei fatto. Ho agito di impulsò”. Il legale, Amedeo Rizza, lo ha incontrato al carcere minorile Beccaria di Milano, dove il giovane si trova da domenica scorsa dopo aver confessato di aver ucciso la famiglia con cui viveva a Paderno Dugnano (Milano). “Lui – ha ribadito il legale ai cronisti – è dispiaciuto non per sé, perché sa che dovrà affrontare una situazione carceraria, ma per le vite che non ci sono più, perché adesso lo capisce”. In merito al numero di coltellate, al momento del delitto “non si è reso conto. Sono tante, sì. Anche quello potrebbe rappresentare il fatto che non era in sé. Dipende da come si legge la questione”. Sono 68 le coltellate che hanno raggiunto fratello, madre e padre.
Il difensore, che ritiene non ci sia stata premeditazione, ha fatto sapere che verrà nominato un consulente perché “solo un medico ci potrà dire se questo disagio” di cui il giovane ha parlato “sia in realtà un disturbo più grave”. Sulle motivazioni del gesto “non c’è ancora una spiegazione plausibile, se ce ne fosse mai una“.
Il ragazzo ha chiesto nuovamente di poter incontrare i parenti. I nonni si sono detti molto preoccupati per lui e hanno espresso la volontà di vederlo. “Ha chiesto dei familiari, che in questo momento sono i nonni, la zia, e di quando potrà avere un colloquio con loro. Dopo la decisione di convalida di domani (giovedì), potrà”. L’adolescente ha inoltre chiesto al legale di portargli alcuni manuali scolastici. “Sta leggendo i libri della biblioteca, è un ragazzo che legge molto e mi ha chiesto anche i libri della scuola. Oggi gliene ho portato uno”.
Ora il giovane comincia, secondo il legale, a capire quello che ha fatto. “Ripercorrere i momenti salienti di quello che è accaduto lo turba. Alterna un racconto apparentemente tranquillo a momenti di pianto a dirotto. Il pensiero di quello che ha fatto comporta uno stato d’animo molto agitato e provato” ha Rizza. Un incontro “velocissimo” e “finalizzato a spiegargli come funziona l’udienza di convalida di domani, l’atto più importante di questa fase pre cautelare”. Da questo punto di vista, ha detto il legale, “lui è tranquillo, per quanto si possa usare questo termine in questo momento. Sa che dovrà affrontare ancora questo atto e sa che dovrà rispiegare per la terza o quarta volta quello che è successo, cosa che ovviamente un po’ lo turba”. La questione fondamentale adesso “è la premeditazione sì o no”, ha aggiunto. “Il pm la contesta, secondo me da un punto di vista giuridico non esiste“.