Mondo

Su Gaza mi colpisce la colpevole inerzia della politica internazionale

di Luigi Cirillo

Oggi mi sono fermato a parlare con un mio amico, con il quale di tanto in tanto discuto del più e del meno come di cose più importanti. Ad un certo punto il discorso è caduto su quello che succede a Gaza, questa carneficina orrenda apparentemente inarrestabile. Il mio amico ha inveito contro gli ebrei che vogliono scacciare i palestinesi dalle loro terre, ed è andato oltre nel dipingere a tinte fosche gli ebrei. E’ toccato a me, arrabbiatissimo per quello che gli ebrei stanno facendo, difenderli, inquadrando la situazione nel suo contesto storico attuale.

Gli ho spiegato che l’attuale premier Netanyahu, in carica quasi ininterrottamente da un ventennio – chi mi ricorda? – ha costruito i presupposti del 7 ottobre: ha fatto pervenire ad Hamas i finanziamenti del Qatar, permettendogli di armarsi all’inverosimile. Inoltre ha sguarnito il fronte sud di Israele, inviando al nord i soldati, in Cisgiordania, altro obiettivo di conquista degli ebrei messianici, che rappresentano solo una parte della popolazione di Israele. Hamas ha approfittato della situazione compiendo l’orrenda strage del 7 ottobre 2023.

Una volta entrato in guerra, Netanyahu ha incominciato a bombardare Gaza riducendola ad un cumulo di macerie, ponendosi un obiettivo impossibile: distruggere Hamas. Netanyahu sta utilizzando la guerra per non finire in galera, poiché ha a suo carico vari procedimenti penali per corruzione: solo continuando ad oltranza la guerra può evitare la galera. Dal canto loro i capi di Hamas hanno la grave responsabilità di usare la popolazione civile come scudi umani.

Naturalmente il discorso con l’amico è tracimato sulla assurda e colpevole inerzia della politica internazionale nel fermare questa carneficina, con una significativa maggior responsabilità degli Stati Uniti. Da qui siamo passati ai massimi sistemi: ci siamo chiesti se la democrazia esista sul serio o se è solo una presa in giro delle classi dominanti rispetto ai dominati. Io ho detto che comunque c’è una pubblica opinione, ma lui ha obiettato che anche la presenza di voci dissonanti rispetto alle opinioni dominanti è funzionale all’illusione della democrazia.

Su quest’argomento ammetto di non avere le idee chiare come sulla questione israelo-palestinese. Infatti da un lato mi viene da pensare che effettivamente c’è una ristretta oligarchia di persone, immagino poche decine, che soprattutto negli Stati Uniti detengono un potere finanziario immenso con il quale condizionano la politica, pur non essendo eletti da nessuno. Ad esempio la vera e propria costruzione della guerra con la Russia in Ucraina parte da lontano, oltre 10 anni fa, con un presunto colpo di stato contro un presidente ucraino regolarmente eletto, passando per il massacro degli ucraini russofoni e russofili.

D’altro canto io credo che esistano tante persone di buona volontà che anelano al benessere proprio e degli altri come alla conservazione dell’ambiente e della libertà personale e della società. Ci voglio credere per me e per i giovani come mio figlio, che hanno diritto ad un futuro pacifico e libero e a veder preservato il pianeta nel quale esplicare la loro vita.

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