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Ucraina. La Russia attacca Leopoli, a pochi km dal confine con la Polonia: ‘Almeno 7 morti’. Si dimette anche Kuleba, ministro degli Esteri

I primi boati sono risuonati quando in Italia era l’alba. Le forze russe hanno lanciato nella notte un attacco su larga scala sul territorio ucraino. La città di Leopoli, nell’ovest del Paese a pochi chilometri dal confine con la Polonia, è stata colpita con missili ipersonici “Kinzhal” che si sono abbattuti anche sul centro abitato. […]

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I primi boati sono risuonati quando in Italia era l’alba. Le forze russe hanno lanciato nella notte un attacco su larga scala sul territorio ucraino. La città di Leopoli, nell’ovest del Paese a pochi chilometri dal confine con la Polonia, è stata colpita con missili ipersonici “Kinzhal” che si sono abbattuti anche sul centro abitato. Secondo fonti ministeriali di Kiev, almeno 7 persone, di cui 3 minori, hanno perso la vita e altre 53 sono rimaste ferite. Il Kyiv Independent riferisce che tra le vittime ci sono due ragazzine di 9 e 14 anni, un altro minore, un’infermiera di 50 anni e un uomo.

Il bilancio è ancora parziale. Secondo il sindaco Andrii Sadovoy è stata colpita la parte storica della città e a finire sotto il fuoco nemico sono stati in particolare due quartieri, quelli di Frankivskyi e Zaliznychnyi. “La maggior parte degli oggetti danneggiati appartengono al patrimonio storico – ha detto il primo cittadino -. In totale sono stati danneggiati 70 edifici. Sembra che si sia trattato di un attacco combinato. Sia razzi che droni”. Alcuni media riferiscono che “hanno preso fuoco edifici residenziali nella zona della stazione ferroviaria principale”.

Era almeno dalla fine di marzo che la Russia non sferra attacchi di rilievo nella regione di Leopoli: nella notte tra il 30 e il 31 aveva colpito alcune infrastrutture già prese di mira il 24 e il 29, causando una vittima. Da allora Mosca aveva colpito principalmente infrastrutture: l’8 maggio missili da crociera si erano abbattuti su un impianto di produzione di energia nel distretto di Chervonograd e un’infrastruttura energetica critica nel distretto di Stry; il 31 dello stesso mese era stata la volta di una base aerea che secondo Mosca avrebbe dovuto ospitare alcuni caccia F-16; il 22 giugno un altro attacco su un’infrastruttura con missili e droni. Per trovare un attacco aree civili occorre risalire al 1° gennaio, quando un incendio scoppiato in seguito alla caduta di rottami di droni aveva provocato la distruzione del museo di Storia della città occidentale.

“Sono stati danneggiati edifici residenziali della città, scuole e strutture mediche“, ha scritto sui social Volodymyr Zelensky. “Ogni partner nel mondo che aiuta l’Ucraina con la difesa aerea è un vero difensore della vita”, ha aggiunto il presidente ucraino tornando a chiedere agli alleati occidentali di togliere le restrizioni all’uso delle armi, “e tutti coloro che convincono i partner a fornire all’Ucraina maggiori capacità a lungo raggio per rispondere al terrore stanno lavorando per prevenire esattamente questo tipo di attacchi terroristici russi alle città ucraine. Il terrore deve essere fermato”. Esplosioni sono state registrate anche a Kryvyi Rih e nella regione di Odessa. Secondo le forze armate di Kiev, nella notte la Russia ha lanciato in totale 42 missili contro l’Ucraina, tra cui razzi ipersonici e da crociera. Di questi, 29 sono stati abbattuti.

Proprio ieri Varsavia aveva preso posizione sugli attacchi russi. La Polonia e gli altri Paesi confinanti con l’Ucraina hanno il “dovere” di abbattere i missili russi prima che entrino nel loro spazio aereo, nonostante la Nato sia contraria, ha detto il ministro degli Esteri polacco, Radosław Sikorski in un’intervista al Financial Times, sostenendo l’obbligo di garantire la sicurezza dei cittadini a prescindere dal timore che le intercettazioni sul territorio ucraino possano coinvolgere l’Alleanza atlantica nella guerra russa contro l’Ucraina. Il motivo è il noto articolo 5 del Trattato, che impone, in caso di risposta russa contro un Paese membro, l’intervento di tutti gli Alleati e quindi una guerra frontale con Mosca.

Si aggrava anche il bilancio del doppio attacco di ieri su Poltava, nell’est del paese: il numero delle vittime è salito a 53, ma i soccorritori continuano a scavare e potrebbero esserci tra le 5 e le 13 persone sotto le macerie. Nel bombardamento, ha fatto sapere il ministero della Difesa di Mosca, è stato colpito un “centro di addestramento” di militari ucraini dove operavano anche “istruttori stranieri“. “Le forze armate della Federazione Russa – si legge in un comunicato del ministero postato sul suo canale Telegram – hanno effettuato un attacco ad alta precisione contro il 179° centro di addestramento congiunto delle forze armate ucraine nella città di Poltava, dove, sotto la guida di istruttori stranieri, specialisti di comunicazione e guerra elettronica di tutte le formazioni e militari, sono state addestrate unità delle forze armate ucraine e operatori di veicoli aerei senza pilota che hanno partecipato ad attacchi su obiettivi civili sul territorio della Federazione”.

A Kiev, intanto, continua il rimpasto di governo. Il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba ha rassegnato le proprie dimissioni in una lettera alla Verkhovna Rada, il parlamento ucraino. Lo ha fatto sapere presidente Ruslan Stefanchuk in un post su Facebook, precisando la richiesta verrà esaminata in una delle prossime sessioni plenarie del parlamento. Ieri Zelensky ha annunciato che oggi potrebbe cambiare “il 50% del governo”. Tre esponenti del governo hanno già presentato le dimissioni: il ministro responsabile della supervisione della produzione di armi durante la guerra, Oleksandr Kamyshin, in carica dal marzo 2023, e anche consigliere del presidente; il ministro della Giustizia Denys Maliuska e il ministro dell’Ambiente, Ruslan Strilets. Ha fatto un passo indietro anche il presidente del Fondo demaniale dell’Ucraina Vitalii Koval. “È autunno, cadono le foglie e i rami sono spogli”, ha commentato ironica la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.