Giustizia & Impunità

Alberto Genovese volontario nel centro per donne vittime di violenza “Wall of Dolls”: “Attività riparativa non casuale”

Sta scontando una condanna a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni per aver drogato e violentato come “bambole di pezza” due ragazze nel corso delle sue feste a Terrazza Sentimento, il suo attico nel cuore di Milano, ma ora è impegnato in un percorso di giustizia riparativa che lo vede uscire dal carcere per […]

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Sta scontando una condanna a 6 anni, 11 mesi e 10 giorni per aver drogato e violentato come “bambole di pezza” due ragazze nel corso delle sue feste a Terrazza Sentimento, il suo attico nel cuore di Milano, ma ora è impegnato in un percorso di giustizia riparativa che lo vede uscire dal carcere per lavorare come volontario in un’associazione che offre sostegno alle vittime di abusi. Stiamo parlando di Alberto Genovese, l’ex imprenditore nel mondo delle startup accusato da diverse ragazze di molestie e violenze sessuali, tutte compiute con la stessa modalità. La decisione è stata presa dal Tribunale di sorveglianza di Milano nell’ambito del suo percorso di recupero: Genovese, arrestato nel novembre 2020, ha trascorso periodi in carcere e in comunità per disintossicarsi dalla cocaina, una dipendenza che, secondo lui, aveva alterato gravemente la sua vita e i suoi comportamenti.

Di recente, il giudice gli ha concesso di lavorare all’esterno quattro giorni alla settimana. In particolare, tre di questi giorni sono dedicati alla Casa della Carità di don Virginio Colmegna, dove si occupa dell’accoglienza dei senzatetto, mentre il quarto giorno è dedicato all’associazione “Wall of Dolls”, un’organizzazione che sostiene le donne vittime di violenza di genere e di femminicidio. La scelta di far lavorare Genovese per “Wall of Dolls” non è casuale: l’associazione, simbolicamente rappresentata da bambole affisse su muri cittadini, si batte per la protezione delle donne vittime di abusi, proprio quelle che, nel periodo più buio della sua vita, furono oggetto delle sue ossessioni e delle sue violenze. Secondo il Tribunale e la direzione del carcere di Bollate, il programma offre un contesto adatto in cui l’ex imprenditore può svolgere un’attività con un forte valore riparativo, cercando di dare un contributo in un ambito profondamente legato alle sue colpe passate.

Nonostante il suo impegno nel volontariato, Genovese dovrà comunque continuare a scontare la sua pena, che finirà ad aprile 2027. A luglio, ha ricevuto un’ulteriore condanna a 15 mesi per una tentata violenza, ma questa non è ancora definitiva.