La querelle con Bruxelles sulle concessioni balneari non si chiude con il varo del decreto che le proroga fino a fine legislatura (settembre 2027) ma consente ai Comuni di fare le gare prima di allora. Giovedì mattina la portavoce della Commissione europea, Johanna Bernsel, nel briefing con la stampa ha confermato che il provvedimento approvato ieri dal governo è frutto di un’intesa e viene accolto “con grande favore”. Ma la procedura di infrazione non sarà chiusa. “Non lo faremo ora. Lo faremo una volta che le ultime norme italiane per le concessioni saranno pienamente in linea con il diritto dell’Ue“. Serve insomma “l’effettiva attuazione delle norme, comprese le procedure di gara delle concessioni entro la scadenza finale, che è nel 2027″. La Commissione “non vede l’ora di poter considerare questo problema come definitivamente risolto”, ha aggiunto il portavoce capo Eric Mamer. “Ma questo, ovviamente, richiede che il passo molto importante che è stato fatto ieri dal governo italiano diventi realtà. Dobbiamo vedere la corretta attuazione di ciò che è stato annunciato e deciso ieri”.

Intanto la categoria, storico bacino elettorale del centrodestra, ribadisce la delusione per la soluzione di compromesso adottata dal governo che aveva promesso di non applicare la direttiva Bolkestein al comparto. “Il provvedimento legislativo adottato dal Consiglio dei ministri sulle concessioni demaniali marittime vigenti non ci soddisfa perché prevede la messa a gara delle aziende”, scrivono in una nota Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe/Confcommercio, e Maurizio Rustignoli, presidente di Fiba/Confesercenti. “Riuniremo gli organismi dirigenti delle nostre organizzazioni per una valutazione del provvedimento legislativo e per decidere le conseguenti iniziative sindacali“. Di sicuro “erano altre le aspettative generate dalle dichiarazioni degli esponenti dell’attuale governo sull’esclusione del settore dall’applicazione della direttiva Bolkestein”. Viene quindi maldigerito un provvedimento che “non ha visto il coinvolgimento, non solo della categoria, ma, anche e principalmente degli enti concedenti (Regioni e Comuni), che esercitano, da decenni, le funzioni amministrative in materia”. Segue la promessa di battersi “a tutela dei diritti, riconosciuti anche dal diritto europeo, degli operatori attualmente operanti e per evitare che sia distrutto o snaturato il modello di balneazione attrezzata italiana fondato, prevalentemente, sul lavoro dei concessionari, non soltanto nel loro interesse, ma, soprattutto, del nostro Paese”.

“Una legge che scontenta tutti”, rincara in una nota il presidente dei balneari toscani di Sib (Sindacato Italiano Balneari) Confcommercio, Alberto Nencetti, che ne ha per la messa a gara, la durata prevista delle future concessioni e gli indennizzi che giudica insoddisfacenti.

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