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Gaza, ‘accordo per una tregua pronto al 90%’: nodo irrisolto sul corridoio Filadelfia. Media: ‘Sinwar vuole fuggire in Iran con degli ostaggi’

La violenza a Gaza e in Cisgiordania non si ferma, Hamas e Israele dicono di rimanere ferme sulle proprie posizioni, soprattutto riguardo al corridoio Filadelfia tra Rafah e l’Egitto, ma secondo fonte degli Stati Uniti si è comunque vicini a un accordo. Precisamente, è stato definito “il 90%” dell’accordo per un cessate il fuoco nella Striscia e la liberazione degli ostaggi israeliani. A riferirlo alla stampa è un alto funzionario americano, secondo il quale l’intesa si basa principalmente sull’arrivo di aiuti umanitari a Gaza, su uno scambio di prigionieri e sul ritiro graduale delle forze israeliane dalla Striscia. Il leader di Hamas, Yahya Sinwar, non si sente comunque più al sicuro a Gaza, secondo quanto riportano fonti di intelligence al Jewish Chronicle, tanto che starebbe pensando di usare il corridoio Filadelfia per fuggire in Iran portando con sé ostaggi israeliani. Il progetto, aggiungono, è stato rivelato da un alto funzionario di Hamas catturato e da documenti sequestrati il 29 agosto a Gaza, il giorno in cui sono stati recuperati i corpi dei sei ostaggi assassinati. “Sinwar si rende conto che per Hamas le possibilità di vincere la guerra sono nulle, nonostante il suo successo nella propaganda internazionale”.

L’accordo “pronto al 90%”
“Queste sono principalmente le tre componenti dell’accordo – ha detto – L’intesa è fatta in totale di 18 paragrafi. Quattordici dei quali sono conclusi. Un paragrafo contiene una disposizione molto tecnica e gli altri tre riguardano lo scambio tra prigionieri e ostaggi. In pratica il 90% di questo accordo è stato concordato”. Da capire come verrà sciolto il nodo più stretto, quello sulla presenza d’Israele nella zona cuscinetto tra Rafah e l’Egitto.

Alcune indicazioni sono arrivate anche sulle fasi del cessate il fuoco che dovrebbero essere tre. La prima è di 42 giorni prorogabili nel corso dei quali verranno definite le condizioni per la seconda fase. Questa dovrà mantenere le condizioni sottoscritte in precedenza. “Quindi non appena avrà inizio l’attuazione di questo accordo, la guerra si fermerà completamente – ha detto il funzionario – I mediatori si impegnano a sostenere i colloqui indiretti per arrivare alla seconda fase. E la seconda fase è un cessate il fuoco permanente con il ritiro totale delle forze israeliane”. Nella prima fase, il disimpegno riguarderà solo le “zone densamente abitate“. Il funzionario ha precisato che “nulla nell’accordo menziona il corridoio Filadelfia, sul quale c’è una disputa sul considerarlo o meno una zona densamente abitata. Gli israeliani nel corso delle ultime due settimane hanno presentato una proposta sulla base della quale ridurrebbero significativamente la presenza nel corridoio, una riduzione piuttosto significativa”.

Il Jerusalem Post dà i numeri di un eventuale scambio di ostaggi. Israele potrebbe rilasciare 800 prigionieri palestinesi se venisse raggiunto un accordo su una tregua nella Striscia e sullo scambio con gli ostaggi. “Fra i terroristi che sarebbero rilasciati in cambio degli ostaggi ve ne sarebbero anche alcuni che scontano l’ergastolo per aver ucciso civili”, ha poi precisato la fonte americana. Hamas, dal canto suo, ha fatto sapere di “non aver bisogno di nuove proposte. Ciò che è necessario ora è fare pressione su Netanyahu e il suo governo e obbligarli a rispettare quanto già concordato”, si legge nella nota del partito diffuso dall’emittente araba Al Jazeera. Hamas accusa quindi il premier israeliano di “usare i negoziati per prolungare l’aggressione contro il popolo” palestinese. “La decisione” del premier israeliano “di non ritirarsi” dal corridoio di Filadelfia “mira a ostacolare il raggiungimento di un accordo”.

Raid senza sosta a Gaza e in Cisgiordania
La Mezzaluna Rossa palestinese afferma che almeno “cinque persone sono state uccise e un’altra gravemente ferita in un attacco contro un’auto a Tubas“, nel nord della Cisgiordania. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno fatto sapere di aver effettuato “tre attacchi mirati contro terroristi armati che rappresentavano una minaccia” per i soldati nella zona. Testimoni affermano che le Idf hanno preso d’assalto il campo profughi di Faraa, nel governatorato di Tubas. Uno degli uccisi, secondo alcuni media palestinesi, è Muhammad Zubeidi: il figlio del leader di al-Fatah, Zakaria Zubeidi, attualmente in carcere in Israele e accusato dallo Stato ebraico di molteplici attacchi terroristici.

Morti anche nella Striscia, dove quattro persone sono state uccise e diverse altre ferite in un bombardamento israeliano che ha colpito un accampamento di sfollati nell’ospedale dei Martiri di Al-Aqsa a Deir al-Balah, nel centro della Striscia di Gaza. Un’altra persona è stata uccisa e oltre dieci ferite in un altro attacco che ha centrato il campo profughi di al-Mawasi a Khan Yunis, nel sud dell’enclave. Bombardamenti vengono segnalati anche intorno a Gaza City. Il bilancio delle vittime nell’enclave palestinese dal 7 ottobre è di almeno 40.861 morti e 94.398 feriti, secondo il Ministero della Sanità locale. Le Idf hanno comunicato di aver effettuato stanotte un attacco aereo su un centro di comando di Hamas e del Jihad Islamico nell’area umanitaria di Deir al-Balah, che secondo i militari israeliani era utilizzato per pianificare e lanciare attacchi contro Israele e rappresentava una minaccia immediata.