Non ce l’ha fatta Rebecca Cheptegei, l’atleta ugandese vittima di violenza domestica da parte del compagno. La giovane maratoneta, che aveva partecipato alle Olimpiadi di Parigi, è morta per le ustioni riportate in seguito all’aggressione subita dal fidanzato. Domenica scorsa, durante un litigio, l’uomo. Dickson Ndiema Marangach le aveva rovesciato addosso una tanica di benzina.

L’atleta era da poco rientrata in Kenya, dove viveva con la sua famiglia, dopo essere arrivata 44esima in una delle gare più attese delle olimpiadi. Il compagno, che aveva premeditato l’aggressione, è riuscito ad entrare nel complesso della sua casa a Endebess, nella contea occidentale di Trans-Nzoia, approfittando del fatto che la madre e i suoi figli fossero in chiesa. Dopo l’intervento dei vicini che hanno cercato di fermare l’uomo, anch’egli ustionato dalle fiamme divampate, la giovane è stata trasportata in ospedale dove era stata ricoverata in gravissime condizioni con ustioni sul 75% del corpo.

A renderlo noto il decesso di Cheptegei, è stato Donald Rukare, presidente del Comitato olimpico ugandese: “Possa la sua anima gentile riposare in pace”, ha scritto su X prima di aggiungere: “Condanniamo fermamente la violenza contro le donne. Questo è stato un atto codardo e insensato che ha portato alla perdita di una grande atleta”.

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