Luciano Spalletti ha raccontato di aver trascorso un’estate bruttissima, ma non è stata colpa del cambiamento climatico: colpa sua, lo ha ammesso lo stesso ct nella prima conferenza pubblica dopo l’addio rovinoso agli europei. “Mi sento responsabile di ciò che è successo”. Bene, anzi benissimo, ma allora perché è rimasto al suo posto e non si è dimesso, come fece ad esempio nel 2014 Cesare Prandelli dopo l’eliminazione nella prima fase del mondiale brasiliano (allora non lo sapevamo e non potevamo immaginarlo, ma quella fu l’ultima apparizione dell’Italia nel torneo iridato)? Lucianone è invece ancora lì, mentre in alto, sopra tutti, c’è sempre il presidente federale Gabriele Gravina. Sono cambiati invece molti giocatori e contro la Francia potrebbero essere solo tre i sopravvissuti al disastro nell’undici di partenza.

L’Italia torna in campo al Parco dei Principi di Parigi 69 giorni dopo il ko incassato con la Svizzera agli ottavi dell’europeo tedesco: 0-2, 29 giugno 2024. La nazionale affronta la Francia, sconfitta in Germania dalla Spagna in semifinale. Deschamps è ancora al timone dei Blues e sono ben dodici anni di governo, ma lui, almeno, ha vinto il mondiale 2018, ha perso la finale iridata in Qatar nel 2022 ed è stato messo alla porta in Germania dalla super Spagna. Un tempo guardavamo la Francia dall’alto in basso, ma dal 1982 a oggi, ovvero dall’era-Platini, le cose sono mutate: in 42 anni, due successi (il trionfo ai rigori nella finale mondiale 2006 e il 2-0 all’euro 2008), 2 pareggi e ben 9 sconfitte. Per dire: dal 1910 al 1982 la Francia ci aveva battuto appena due volte e gli azzurri avevano all’attivo 16 vittorie.

L’Italia troverà a Parigi un paese dove sono ancora in corso le Paralimpiadi e dove, da poche ore, il presidente Emmanuel Macron ha affidato all’ex commissario europeo Michel Barnier l’incarico di formare il nuovo governo: il nuovo premier si definisce “gollista sociale”. Anche i francesi sul versante politico non stanno messi troppo bene, ma nello sport l’Olimpiade si è rivelata un trionfo e i Blues restano, nel calcio, una signora squadra. Il Parco dei Principi accoglierà per la prima volta Kylian Mbappé dopo il suo approdo al Real Madrid. Il fuoriclasse ex PSG non troverà il tappeto rosso nel suo vecchio stadio: “Non mi aspetto una grande accoglienza, ma l’importante è vincere”. In questo momento, nella banda di Deschamps va di moda Bradley Barcora, PSG, con un superbo avvio di Ligue 1 (4 gol). Il leader dei Blues, come racconta L’Equipe, è però una nostra vecchia conoscenza, il portiere milanista Mike Maignan.

L’Italia è invece nuovamente all’anno zero, come le accade, in pratica, dal 2010: prima l’addio precoce al mondiale sudafricano, poi l’uscita anticipata da quello brasiliano (2014), poi ancora le mancate qualificazioni iridate di fila (2018 e 2022), infine il disastro dell’ultimo europeo. L’intermezzo del trionfo nell’euro 2020 – disputato nel 2021 dopo lo slittamento per la pandemia – è stato una breve illusione di essere di nuovo grandi. Spalletti riparte dal 3-5-2. Ha sollevato i giocatori dalle responsabilità del crollo in Germania, dopo averli criticati in modo aspro dopo il ko con la Svizzera: tentativo, chiarissimo, di fare pace e di ricompattare l’ambiente. A Parigi, in conferenza, ha detto: “Mi sento un allenatore diverso. E la mia squadra ha la schiena dritta”. La situazione del nostro calcio resta però critica e a parte le dimissioni mancate dei vertici – sarebbero state un segnale doveroso – non si poteva cambiare la storia in due mesi. Il nostro livello è certificato dalle 30 nomination per il Pallone d’Oro 2024: nessun italiano nella lista. Siamo in crisi, ma continuiamo a spendere e spandere: dopo la Premier, la serie A è stata la più generosa nel mercato estivo 2024. Interessanti, al riguardo, i dati forniti dalla Fifa nel report “International Transfer Snapshot”. In Inghilterra, quest’estate sono arrivati 526 giocatori, 523 quelli in uscita, spesa in entrata di 1,52 mld di euro, disavanzo finale di 396 mln. In Italia, 336 acquisti, 320 cessioni, 743 mln di spesa e rosso finale di 360 mln. Qualche allenatore sta mostrando coraggio con i giovani: Thiago Motta ha proposto nella Juventus Savona e il belga Mbangula, mentre Daniele De Rossi ha schierato titolare Pisilli proprio contro la Juventus e ha bocciato il ritorno di Manolas per dare fiducia, come quinto centrale, a Federico Nardin, classe 2007. Ragazzi che dovranno crescere e imporsi, ma contro la Francia e il 9 settembre in casa di Israele, rivedremo in campo Tonali dopo lo stop per la squalifica-scommesse, Ricci versione playmaker, Di Lorenzo sempre al suo posto nonostante il disastroso europeo, Frattesi tra gli undici di partenza e coppia d’attacco Retegui-Raspadori. Il gol è il problema numero uno, ma con Scamacca fuori sei mesi e Kean non al meglio, questi siamo.

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