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Putin: “Mai rifiutato di negoziare. Ma se replicassimo ai raid sulle centrali nucleari?”. Kiev: “Non vuole la pace, ma la nostra resa”

I suoi protagonisti dicono di volere la pace, ma la guerra non conosce soste. Mosca non ha “mai rifiutato” di “negoziare” con Kiev, ma “sulla base di documenti concordati e di fatto siglati a Istanbul” nel 2022 e non “sulla base di richieste effimere”. Durante il Forum economico orientale (Eastern Economic Forum, Eef) a Vladivostok, Vladimir Putin è tornato sul tema dei possibili trattative per un cessate il fuoco tra Russia e Ucraina. Nei giorni scorsi, tuttavia, nel pieno dell’offensiva ucraina nella regione russa di Kursk, il Cremlino aveva dichiarato che “non ci sono i prerequisiti per negoziati”.

“Non abbiamo chiamato per molto tempo rappresentanti di alcuni Paesi europei e degli Stati Uniti. Anche se non abbiamo rifiutato questi contatti. Li limitano”, ha proseguito il presidente della Federazione russa. “Naturalmente alcune informazioni possono essere scambiate tramite vari canali – ha aggiunto – Prima di tutto attraverso i canali del ministero degli Esteri”. In ogni caso “rispettiamo i nostri amici e partner che sono sinceramente interessati a risolvere tutte le questioni relative a questo conflitto. Questi sono, prima di tutto, la Repubblica popolare cinese, il Brasile, l’India“, ha detto Putin rispondendo a una domanda su quale Paese potrebbe fungere da mediatore in possibili negoziati tra Mosca e Kiev. “Sono in costante contatto con i nostri colleghi su questo tema”, ha aggiunto il presidente russo.

Nel frattempo la guerra sul terreno non conosce soste. “E’ sacrosanto dovere delle Forze armate” russe “fare di tutto per cacciare il nemico da questi territori e proteggere i nostri cittadini. E, naturalmente, il Paese intero deve fare di tutto per sostenere le persone”, ha detto lo zar. “L’obiettivo del nemico (attaccando Kursk e le arre al confine tra Ucraina e Russia) era di innervosirci per farci trasferire le truppe da una zona all’altra e fermare la nostra offensiva nelle zone cruciali, in particolare nel Donbass, la cui liberazione è il nostro obiettivo numero uno”, ha insistito il leader russo. Ma, ha aggiunto, le truppe russe “hanno stabilizzato la situazione e iniziato a spingere gradualmente fuori” le forze ucraine “dai territori di confine”. Nella loro offensiva nel Kursk, ha aggiunto lo zar, gli ucraini hanno impegnato una gran quantità delle loro forze migliori, e questo potrebbe portare al “collasso” delle loro linee difesa in altre aeree, in particolare nel Donbass ucraino, dove i russi avanzano.

Putin è tornato anche ad accusare le forze ucraine di “attacchi terroristici” con i bombardamenti sulle centrali nucleari controllate dalle forze di Mosca, nella regione di Kursk e a Zaporizhzhia. “Si può solo immaginare – ha avvertito – cosa accadrebbe se rispondessimo in modo simmetrico, cosa accadrebbe a tutta questa parte di Europa”.

A stretto giro è arrivata la risposta di Kiev. “Il paravento della ‘pace’ di Putin – lo ha definito su Telegram il capo del Centro per la lotta alla disinformazione presso il Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina, Andriy Kovalenko -. Non dobbiamo confondere i concetti di pace e di resa, perché è la resa dell’Ucraina che Putin vuole. È Putin che rivendica i nostri territori e li annette alla Russia. Abbiamo bisogno di pace, ma di una pace giusta, secondo il diritto internazionale, per la quale Putin non è pronto. Tutti i discorsi su Istanbul 2022 non riporteranno indietro la Bakhmut distrutta, quindi sta mentendo. Ha bisogno della nostra resa”. “E parlare di pace è una trappola, proprio come più di 100 anni fa, la Russia vuole dividerci dall’interno intorno a visioni diverse per farci smettere di resistere – ha aggiunto l’alto funzionario -. Purtroppo Putin ha ancora bisogno dell’intera Ucraina. Non c’è nulla in comune tra i termini pace e resa. Il discorso di Putin è volere la resa dell’Ucraina”.

Poco dopo è arrivata la risposta anche di Volodymyr Zelensky: “Da parte nostra, vogliamo assolutamente che la guerra finisca. Assolutamente. Il mio piano di vittoria mira esclusivamente a far sì che la Russia ponga fine alla guerra. Far capire loro che è inutile quello che hanno fatto. Fargli accettare la Carta delle Nazioni Unite, accettare le regole del mondo”, ha scritto su Telegram il presidente ucraino, citando cita un’intervista rilasciata a Nbc News e aggiungendo che “allo stesso tempo, il piano mira a rafforzare l’Ucraina. Rafforzare il più possibile l’Ucraina per costringere la Russia. Non per usare tutte le forze che ha, ma per costringerla a porre fine alla guerra”.