Sangiuliano, per Fdi è “gossip”. Arianna Meloni: “Parlo solo di politica”. Donzelli: “Boccia? Ministeri aperti, c’è sempre gente che entra e esce”
Giovanni Donzelli, arrivando in via della Scrofa, nella sede di FdI, ai cronisti rilascia solo una breve battuta e si congeda velocemente. “Se mi ha convinto la difesa di Sangiuliano? Non avevo bisogno della difesa, ero già convinto, buona giornata”.
Arianna Meloni, invece, non attende neppure una domanda per partire in quarta: “Non ho tanta voglia di
parlare di
gossip, quando parlerete di politica parliamo”. Sul fatto che la
questione, invece, sia
politica, lo dimostra proprio
l’intervista rilasciata ieri dal ministro Sangiuliano al Tg1. L’intervista ha fatto seguito al duro confronto che c’è stato, il giorno precedente, tra lo stesso ministro e la presidente del consiglio,
Giorgia Meloni, a Palazzo Chigi.
Dopo alcune ore Donzelli lascia la sede del partito e, intercettato dai cronisti contesta la ricostruzione dei fatti, bollinandola, come “falsa” per non rispondere alla domanda su come pensare di promuovere una persona con cui era in corso una “relazione affettiva” possa essere giustificato da un governo che parla tanto di merito. Secondo il responsabile dell’organizzazione di Fratelli d’Italia “nel momento in cui è iniziata la relazione” il ministro “ha interrotto la possibilità di prenderla (Maria Rosaria Boccia, ndr) come collaboratrice”. Una ricostruzione che peraltro cozza con quella dello stesso Sangiuliano che ha detto di aver fermato l’iter di nomina quando gli è stato fatto notare dai suoi collaboratori, compreso il capo di gabinetto.
E comunque Donzelli ribadisce la “piena fiducia” nel titolare della Cultura nel governo Meloni. Secondo Donzelli, che prova a divincolarsi dalle domande ribattendo con il solito refrain “state scadendo nel gossip”, da questa vicenda non emergono particolari preoccupazioni. Anzi. “In tutti i ministeri ci sono persone che entrano, si confrontano, portano progetti, danno una mano. I ministeri – continua – non sono mai, per fortuna, a prescindere dal governo, dei posti chiusi. Le cose segrete, i segreti di Stato, sono segreti di Stato, ma il lavoro dei ministeri è un lavoro aperto alle associazioni, ai sindacati, ai contributi, alle persone singole, a chiunque. I ministeri sono aperti e devono esserlo, e lo sono con tutti i governi”. Una dichiarazione che dovrebbe in qualche modo giustificare il ruolo e la presenza di Boccia al ministero della Cultura, ma che non ‘copre’ il fatto che la dottoressa Boccia fosse stata inserita nelle chat di lavoro del Mic. Ma per Donzelli in questa storia “non c’è stato niente di opaco, è stato tutto trasparente”. “Se temiamo possano esserci nuove notizie su questa vicenda? Non temiamo niente, non c’è alcun motivo per cui dovremmo temere qualcosa”.