Jannik Sinner batte Daniil Medvedev in quattro set e conquista la semifinale degli Us Open per la prima volta in carriera. Il numero uno al mondo ha chiuso il match – considerato da molti una finale anticipata viste le eliminazioni eccellenti di Novak Djokovic, Carlos Alcaraz e Alexander Zverev – con un 62 16 61 64 in 2 ore e 39 minuti e venerdì affronterà Jack Draper, arrivato alla semifinale da testa di serie numero 25 senza perdere un set. Sinner è il terzo italiano a raggiungere questo traguardo agli Us Open dopo Corrado Barazzutti e Matteo Berrettini.

Primo set – Sinner scende in campo più incisivo, solido e concentrato, e questo si ripercuote immediatamente nel match. Sull’1-1, l’azzurro ha subito due chance per spezzare l’equilibrio. Basta la prima, approfittando di un errore da parte di Medvedev. Gli scambi lunghi e lottati caratterizzano le prime fasi di gioco, con un andamento che diventa fin da subito altalenante nel punteggio. Alle due palle del controbreak salvate dall’altoatesino sul 3-2, si passa al doppio break di vantaggio, questa volta a zero, disegnando angoli su cui il russo è costretto a giocare in sempre in corsa: 5-2. Il parziale ormai è segnato, e Sinner lo fa suo alla terza occasione. Il rovescio di Medvedev viene stoppato dal nastro. Un autentico dominio.

Secondo set – L’inizio sembra ricalcare quanto visto. Sinner continua a spingere e si costruisce subito una palla break. Medvedev la salva, si scuote e poi reagisce immediatamente. Una palla più profonda e una solidità più marcata valgono due chance. La prima non vale, la seconda sì. Il suo passante di rovescio bacia la riga interna: 2-0. Sinner prova a rientrare subito, ma il russo annulla l’occasione di controbreak. E da lì, si passa addirittura al doppio vantaggio e al 4-0. Ormai il set è compromesso, anche se il numero 1 del mondo continua a collezionare palle break, senza però concretizzarle. Medvedev invece mette il punto esclamativo al set con un gran dritto vincente. Un 6-1 netto nel punteggio, ma non nell’andamento, con quasi ogni game finito ai vantaggi.

Terzo set – La consapevolezza del carattere un po’ fasullo del parziale appena perso consente a Sinner di ripartire con maggiore facilità e convinzione. Tradotto? Primo turno di servizio Medvedev, ancora ai vantaggi, ma stavolta li vince Sinner, 2-0. Un break consolidato poco dopo, con l’azzurro più incisivo, più rapido, più propenso alla discesa a rete. L’altoatesino non si ferma, insiste e allungo ancora. Rovescio lungolinea e doppio break. Il controllo è tornato saldamente nelle sue mani, e una risposta sbagliata di Medvedev fa salire l’azzurro sul due set a uno: 6-1.

Quarto set – A differenza degli altri, il quarto set si presenta più lineare nel punteggio. La lotta adesso si fa punto su punto, la tensione aumenta, le situazioni delicate si alternano. Da 0-30 su servizio Medvedev si passa a 15-30 su quello di Sinner. La partita è entrata finalmente in quella modalità che tutto l’Arthur Ashe si aspettava fin dall’inizio. La comparsa di palle break è inevitabile, ed è il russo a costruirsele per primo. Sul 3-2 l’azzurro ne deve fronteggiare ben due. Soffre, le salva entrambe, e poi approfitta del più classico dei contraccolpi psicologici. Da break sprecato a break subito. L’altoatesino nel game successivo di crea tre chance consecutive. Il russo risale fino a 30-40, ma alla fine cede. La sua accelerazione con il dritto è larga: 4-3. È il punto di svolta del match. Sinner vede la semifinale in pugno e alla fine la afferra. Sul turno di battuta di Medvedev non sfrutta un match point, ma non si disunisce, e chiude poco dopo. Il suo diritto è vincente: 6-4.

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