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Solidità e forza mentale: le armi di Sinner per sfiancare Medvedev e costruirsi la chance di vincere gli Us Open | L’analisi

Stesso turno (quarti di finale), stesso momento (quarto set), stessa situazione (match point a favore non sfruttato) vissuta due anni fa, in quell’incontro perso contro Carlos Alcaraz che per tanto tempo è stato un nodo irrisolto. Stavolta però le cose sono andate diversamente, perché molto diverso è lui, Jannik Sinner, numero 1 del tennis mondiale. […]

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Stesso turno (quarti di finale), stesso momento (quarto set), stessa situazione (match point a favore non sfruttato) vissuta due anni fa, in quell’incontro perso contro Carlos Alcaraz che per tanto tempo è stato un nodo irrisolto. Stavolta però le cose sono andate diversamente, perché molto diverso è lui, Jannik Sinner, numero 1 del tennis mondiale. L’azzurro approda per la prima volta in carriera in semifinale allo Us Open superando Daniil Medvedev per 6-2 1-6 6-1 6-4 al termine di una partita dall’andamento strano, ma dove a fare la differenza è stata la maggiore solidità dell’altoatesino, specialmente sotto il profilo mentale.

Sinner diventa così il terzo italiano nella storia a raggiungere il penultimo atto dello Slam statunitense dopo Corrado Barazzutti nel 1977 (sconfitta con Jimmy Connors) e Matteo Berrettini nel 2019 (battuto da Rafa Nadal). Adesso di fronte a lui ci sarà il numero 25 del mondo Jack Draper, vincitore della sfida contro Alex De Minaur e autentica sorpresa di questa edizione. Intanto però questa vittoria ha un’immediata ricaduta sul ranking. La leadership si rafforza sempre di più, e ora Alexander Zverev è dietro di circa 3.000 punti.

La capacità di corrodere mentalmente l’avversario, unita alla voglia di cancellare la delusione patita nell’ultima edizione di Wimbledon. Due spinte che hanno preso la forma di una vittoria pesantissima, forse decisiva per l’intero torneo. Sono tanti infatti ad aver indicato quella contro Medvedev come una sorta di finale anticipata. Il russo era l’ostacolo sulla carta più rilevante lungo la strada verso il secondo titolo Slam della carriera. Draper, Taylor Fritz e Francis Tiafoe sono avversari insidiosi, ma certo non alla portata di un Alcaraz, di un Djokovic o di uno Zverev.

Questo però non significa che Sinner abbia già vinto il torneo, nel tennis d’altronde (come nello sport in genere) tutto può accadere e gli imprevisti sono sempre dietro l’angolo. Ma certo il percorso adesso si presenta molto più spianato di quanto ci si potesse immaginare alla vigilia pensando a questo punto dello Us Open. Insomma, di fronte all’azzurro c’è una grande occasione per bissare il successo agli Australian Open, da affrontare con la massima concentrazione e la consapevolezza che niente sarà regalato. Soprattutto in un’eventuale finale, che si giocherà sicuramente contro uno statunitense.