Un congresso in cui “non si cambia quasi nulla” e si permette agli iscritti del nuovo sindacato di continuare a votare. C’è un addio con polemica dentro gli organi direttivi dell’Usigrai. Claudio Pappaianni, che ha il ruolo di garante del congresso, si è dimesso contestando ai vertici che si tratta di “un’occasione che ritengo sprecata” poiché “si poteva e si doveva intervenire per cambiare in profondità lo statuto, che non può più ignorare la nascita di un primo nuovo sindacato”. Non solo.

Nella lettera inviata al segretario Daniele Macheda, Pappaianni contesta ai dirigenti del sindacato Rai di aver annunciato modifiche allo Statuto che si limitano a sostituire la figura del segretario amministrativo con quella del tesoriere. Null’altro: “Cambia tutto per non cambiare nulla”, sottolinea con un riferimento al processo per l’ammanco di circa 150mila euro dai rendiconti del triennio 2020-2023.

Ma è sulla possibilità per gli iscritti Unirai, il nuovo sindacato nato tra i giornalisti di viale Mazzini, di votare che Pappaianni si concentra: “Ho provato negli ultimi otto mesi a spiegarlo nelle sedi opportune: è inaccettabile che abbiano diritto di voto al congresso del nostro sindacato gli iscritti ad altra organizzazione, ancor più se un sindacato in aperto conflitto quotidiano con il nostro. Non esiste in alcun movimento al mondo”.

La polemica è esplosa nel corso della due giorni di assemblea dei Comitati di redazione Rai riunita a Sacrofano per convocare il congresso, durante la quale sono state annunciate le modifiche allo statuto. Insoddisfacenti, secondo Pappaianni: “In coerenza con quanto sostenuto in questi mesi – conclude Pappaianni – comprenderai che non posso fare da Garante a un congresso del quale non condivido i fini e a questo punto anche parte delle regole: per questo rassegno da subito le mie dimissioni da quel ruolo, valutando anche la possibilità di non rinnovare la mia iscrizione a Usigrai. Fatevi pure il vostro congresso ma non in mio nome”.

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