L’autonomia differenziata è stata al centro dell’intervista de ilFattoQuotidiano.it a Stefano Fassina. L’economista ed ex deputato, nonché viceministro dell’Economia e delle Finanze, ha recentemente pubblicato il libro Perché l’autonomia differenziata fa male anche al Nord.
Fassina non si dichiara contrario al principio dell’autonomia, ma “questa è un operazione separatista”. Alle promesse di maggior efficenza da parte di governo ed esponenti del centrodestra, oggi il presidente dell’associazione Patria e Costituzione replica: “Cosa centra l’efficenza. La regione Sicilia è una regione a statuto speciale che ha tutta l’autonomia differenziata immaginabile ma non mi pare che sia un esempio di efficenza. Avremo – afferma Fassina – un ’premierato’ alla Meloni e un federalismo senza la Camera delle autonomie territoriali. Un unicum, un caos istituzionale con l’estremististica separatistica differenziazione dell’assetto dello Stato”.
Oltre 500mila firme a sostegno dei referendum per abrogare la legge Calderoli. Con il ministro che ha già dichiarato che secondo lui i quesiti referendari sull’autonomia differenziata sono illegittimi. “Quella di Calderoli è una scorrettezza istituzionale e Calderoli fa finta di non sapere che non basta allegare un disegno di legge agli allegati alla Legge di Bilancio per definirne la non referendabilità. La sua argomentazione è infondata come hanno sostenuti tutti i costituzionalisti che si sono pronunciati su questo”. Altra obiezione che arriva dal centrodestra è dire che fu il centrosinistra a riformare il Titolo V nel 2001. “Fu un errore – ammette Fassina – ma l’errore non fu introdurre il principio della differenziazione territoriale in Costituzione, l’errore fu non prevedere dei criteri chiari per attribuire le materie. Sì alle specificità territoriali – sostiene Fassina – e no devolvere alle regioni materie esclusive dello Stato come la scuola. Gli errori di allora, riconosciuti anche da alcuni dei protagonisti di quella stagione, ma questo, oggi, non significa che dobbiamo continuare a sbagliare”.